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Zhang Dali: “È giusto staccare i graffiti dai muri”

Bologna, 22 mar. – Inaugura domani a Palazzo Fava, Meta-Morphosis, la prima mostra antologica dedicata all’artista cinese Zhang Dali, considerato il padre della graffiti-art cinese, con un passato vissuto anche a Bologna.

Nel 1989 infatti, dopo piazza Thienamen, Zhang Dali decide di trasferisi a Bologna insieme alla sua compagna, l’italiana Patrizia Galli, ora sua moglie, e a Bologna rimarrà fino al 1995.

“Sono rimasto allibito dalla bellezza di questa antica città, piena di cultura e di arte, – racconta ai microfoni di Piper  Zhang Dali  – a partire da Piazza Maggiore di cui mi sono subito innamorato. Gli anni bolognesi sono stati molto importanti per la mia formazione artistica, frequentavo le mostre, andavo sempre alla galleria Neon di cui non mi perdevo nulla e sono entrato in contatto con il lavoro di Morandi e con l’arte povera”.

Nel 1993, l’anno in cui Bonito Oliva, allora presidente della Biennale di Venezia, decide di invitare per la prima volta degli artisti cinesi, Zhang Dali era in Italia. Da quel momento in poi gli scambi artisti tra Italia e Cina cambiarono: “mi ricordo bene quell’anno, era come se improvvisamente l’Europa si fosse resa conto dell’esistenza di un’arte contemporanea cinese. E così in Cina, dove l’arte contemporanea italiana iniziò ad essere studiata, come l’ultravanguiardia che in da noi è molto conosciuta.

A Palazzo Fava i visitatori potranno vedere 220 opere tra sculture, dipinti, fotografie e installazioni, a dimostrazione della poliedricità della ricerca dell’artista cinese che nel frattempo ha completamente abbandonato l’idea di fare graffiti “perché ormai istituzionalizzati”, a favore di un lavoro più concentrato sull’effetto che i repentini cambiamenti della società cinese hanno sulle persone, come nel lavoro One hundred chinese, opera iniziata nel ’99 che parla della gran quantità di cinesi che hanno lasciato le campagne per trasferirsi in città nella speranza di migliorare le proprie condizioni di vita, abbandonando il legame con la terra. “Molti dei prodotti che utilizziamo oggi, dalla t-shirt al telefonino sono prodotti da queste persone, che nonostante siano quelle che ci riforniscono di tutto, sono persone con una vita instabile, con un basso grado di istruzione e con poco controllo sulla propria esistenza. Ognuna di esse è una vitima sacrificale alla trasformazione.

E infine una domanda sul suo passato da street artist, è giusto togliere il lavoro degli artisti dai muri e dalle strade dove sono nate per portarle nei musei, così come è accaduto anche a Bologna? “Io penso di sì, perché dobbiamo poter studiare la storia dell’arte, dobbiamo poterla documentare e conservare, per capire come da arte marginale sia diventata una moda”

Ascolta l’intervista completa a Zhang Dali

Meta – Morphosis di Zhang Dali

Bologna, Palazzo Fava (via Manzoni, 2),

dal 23 marzo al 24 giugno 2018

Orari: da martedì a domenica ore 10-20

Informazioni: https://genusbononiae.it/mostre/3528/
Un progetto a cura di Genus Bononiae, Musei nella città Con il patrocinio di: Mibact, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Città Metropolitana di Bologna, Alma Mater Studiorum-Università di Bologna.

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