3 set. – “Continuare a parlare è la forma più duratura di giustizia”. E’ convinta di questo Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, che il 25 settembre prossimo, nel V anniversario dell’uccisione di suo figlio per mano di 4 poliziotti, presenterà l’associazione Vittime delle forze dell’Ordine. Al suo fianco ci saranno i famigliari di Aldo Bianzino, Stefano Cucchi, Carlo Giuliani, Gabriele Sandri e Giuseppe Uva, tutte persone uccise dalle forze dell’ordine. Due gli obiettivi: “Lavorare perché nessuno – dice Patrizia Moretti – debba più vivere ciò che è accaduto a noi e ricucire il rapporto con le istituzioni”. perché, come ha precisato la mamma di Federico Aldrovandi, si vuole tenere ben distinta la responsabilità dei singoli e quelle dell’istituzione: “Ho accusato di omicidio i 4 agenti condannati nel 2009 – dice – e di depistaggio e falso i colleghi che hanno cercato di nascondere quanto era accaduto, mai la polizia nel suo complesso”.
La madre di Federico sostiene l’importanza di una selezione sugli ingressi e sulla formazione dei poliziotti proprio perché è un mestiere delicato che “va fatto con coscienza”. Ed è anche necessario, secondo Moretti, poter identificare gli agenti, cosa che oggi non è possibile.
La decisione di costituirsi in associazione arriva a pochi giorni dalla presentazione al Festival di Venezia del documentario di Filippo Vendemmiati “E’ stato morto un ragazzo” che ricostruisce la vicenda di Federico Aldrovandi.
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