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Via i dehors da via Petroni. Il Tar dà ragione ai residenti

Bologna, 11 set. – Il Tar dell’Emilia-Romagna ha accolto il ricorso di alcuni residenti di via Petroni e ha deciso per la sospensione immediata dei provvedimenti che autorizzavano la presenza di otto dehors lungo la strada. Interessati sono il Bar Balanzone, il Bar Petroni, il Green River, il Cucchiaio d’oro e il Bar Birroteca.

A dare notizia dell’ordinanza del tribunale amministrativo è Giuseppe Sisti, portavoce dell’Associazione via Petroni e Dintorni. I residenti si erano opposti ai dehors fin da subito, ad inizio aprile, temendo un peggioramento della situazione della via  da sempre teatro di polemiche sull’eccessivo impatto della movida notturna. Ora arriva una sentenza che, spiega l’avvocato dei ricorrenti Antonello Tomanelli, “impone al Comune di Bologna di ordinare ai bar coinvolti di rimuovere immediatamente i dehors“. L’amministrazione comunale invece sta valutando il da farsi. Al momento non è nemmeno esclusa l’ipotesi ricorso in appello. “Si ricorda – recita una nota del Comune – che la concessione degli otto dehors in questione scadono a fine ottobre (due di essi) e a fine anno (i restanti sei)”.

L’ordinanza del Tar regionale cita la relazione di Arpa “sui livelli di pressione sonora notturna”, parla di “gravità del danno” e “nel bilanciamento degli interessi coinvolti” assegna “la prevalenza alla tutela della salute e al diritto al riposo“. Il Comune di Bologna dovrà anche risarcire le spese legali, quantificate in duemila euro.

“Quanto fossero inopportune ed assurde le autorizzazioni rilasciate dal Comune per questi dehors era talmente evidente che anche il Quartiere San Vitale aveva preventivamente dato parere negativo a tali installazioni e lo stesso Consiglio del Quartiere aveva espresso, con un ordine del giorno votato all’unanimità, il proprio dissenso”, recita un comunicato dell’associazione Via Petroni e Dintorni. “Siamo soddisfatti, finalmente sarà tutelata la nostra salute – spiega Sisti – Lascia l’amaro in bocca il dover constatare come, ancora una volta, numerosi cittadini di Bologna per veder riconosciuti alcuni elementari diritti di vivibilità siano stati costretti a rivolgersi ad un Tribunale continuando nel frattempo  a subire,  in un clima di violenza ed intimidazione, danni alla propria salute fisica e psichica, dovendo fra l’altro affrontare personalmente onerose spese legali”.

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