Bologna 27 feb. – “Ora, senza di lui, si lavora meglio”. A dirlo è una delle lavoratrici che lavora dentro un magazzino Mr Job per conto di Yoox all’interporto e che ha deciso, con altre dieci, di denunciare il suo responsabile. La Procura ha inviato ora l’avviso di fine indagine a Fabrizio Gatti dipendente, come le undici giovani che l’hanno denunciato, della cooperativa Mr Job che ha in appalto la gestione dello stoccaggio e imballaggio dei vestiti del noto marchio dell’abbigliamento on line.
Se si andrà a processo, Gatti dovrà rispondere di maltrattamenti, violenze sessuali, estorsione, offese alla religione. Reati aggravati dall’abuso di potere e reiterati dal 2011 al maggio 2014 quando arrivano le denunce delle lavoratrici e l’uomo fu trasferito, su richiesta di Yoox e ricollocato in un altro ufficio. Come lui furono trasferiti in altri magazzini anche altri responsabili uomini, reintegrati solo dopo la richiesta dei carichi pendenti a loro carico.
Mr Job preannuncia che, in caso di condanna, chiederà i danni a Gatti, in quanto si considera parte lesa nella vicenda.
Non fu una decisione semplice quella di denunciare, ci racconta una lavoratrice, che ricorda le prime proteste con l’appoggio del sindacato SiCobas: “Eravamo pochi ma buoni” commenta. Le colleghe non le appoggiarono e molte parteciparono a presidi in favore dell’azienda, Mr Job. Ma ora, ci racconta, molte hanno ammesso che senza quel responsabile nel magazzino il clima è migliorato: “Si lavora meglio”.
Ora l’avvocato Marina Prosperi, che ha raccolto e presentato la loro denuncia, preannuncia la richiesta di rimborsi economici per le sospensioni arbitrarie che subivano le lavoratrici. E’ in tutto di 500mila euro per 38 lavoratori la differenza retributiva calcolata dallo studio legale. Di questo, secondo l’avvocato, dovrà rispondere sia Mr Job che Yoox, il colosso dell’abbigliamento online committente del lavoro. Prosperi infine aggiunge: “Bisonerà poi valutare chi è il reale utilizzatore della manodopera” in quei magazzini, cioè se quel lavoro (lavaggio, stiratura e inscatolamento degli abiti da spedire) poteva essere appaltato.
Prosperi commenta anche l’utilizzo in questi giorni delle immagini delle manifestazioni a favore di Mr Job negli articoli di aggiornamento della vicenda: “Dà il senso delle pressioni inusitate fatte dalle aziende coinvolte in questa vicenda sulle redazioni locali e nazionali, come l’Huffington post”. Pressioni che non sono strane quando ad essere citati in vicende di questo tipo sono marchi multinazionali come Yoox e che, nel caso specifico, non vengono negate dai giornalisti dell’Huffington Post che si sono occupati del caso, a cui era stata paventata la possibilità dell’arrivo di una querela.
Mr Job in una nota sottolinea che: “paiono quindi essere cadute le accuse che le 11 dipendenti della cooperativa mossero nel giugno scorso nei confronti di altri 6 responsabili del magazzino” e che “Mr Job fornirà la più ampia collaborazione per accertare la fondatezza delle gravi accuse mosse nei confronti del proprio dipendente e che, nel caso fossero accertati fatti realmente accaduti, non mostrerà alcuna tolleranza nei confronti di eventuali responsabili”. Mr Job conclude che dalle rappresentanze sindacali, Cgil Cisl e Uil presenti all’interno dei suoi magazzini “non ha mai ricevuto alcuna segnalazione di vessazioni ai danni dei propri dipendenti”.
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