Venturi: “Chi non vaccina i propri figli va segnalato”
Vaccinazioni pediatriche in calo in tutta la regione. Dopo la morte della bimba di 28 giorni per pertosse, l’assessore regionale alla Sanità ripropone la segnalazione alla Procura minorile

Bologna, 12 ott – ” Non possiamo stare fermi, non possiamo assistere a un calo così prolungato nel tempo del numero dei bambini vaccinati, che mette a rischio la salute di tutti. Dobbiamo agire con altri provvedimenti rispetto alla semplice sensibilizzazione, e non capisco perché si sia smesso di segnalare alla procura dei minori le famiglie che non vaccinano i propri figli. Dobbiamo valutare di ripristinare questa pratica. Porrò il problema in giunta”. A parlare è l’assessore regionale alla Sanità Sergio Venturi, ancora scosso dalla morte di una bimba di 28 giorni per la pertosse. La vaccinazione per questa malattia non è obbligatoria, ma consigliata. La bimba non era ancora in età da vaccino ed era dunque potenzialmente esposta alla malattia. Il punto è proprio questo: se cresce il numero di persone non vaccinate il rischio aumenta. La notizia della morte della bimba, avvenuta il 4 ottobre al policlinico S.Orsola, è stata data pochi giorni fa,
Ma i genitori che decidono di non vaccinare i propri figli sono numerosi. In un solo anno in Emilia -Romagna, tra il 2013 e il 2014, la percentuale di bambini vaccinati per le malattie più gravi, come la pertosse, è scesa sotto la soglia del 95%. Significa che un bimbo su venti non è vaccinato, chiarisce l’assessore. “Chi fa questa scelta ha delle responsabilità nei confronti della società civile – continua Venturi – perché il rischio è che chi non può essere vaccinato venga in contatto con chi ha scelto di non immunizzarsi. In questo caso, la pertosse è stata fatale a una bimba di neanche un mese, ma non si doveva arrivare fino a questo punto”.
L’obbligo di segnalazione alla procura della Repubblica per chi non sottopone i figli alle vaccinazioni è stato tolto con una delibera regionale l’11 novembre 2013, da allora la segnalazione va fatta solo in presenza di “abbandono o espressione di incuria”. “A seguito della delibera, ci ha spiegato Maria Grazia Pascucci della Regione, avevamo limitato le segnalazioni a quei genitori che rifiutavano di fare il colloquio o di firmare il modulo di dissenso informato”. Il protocollo prevede infatti che, quando un genitore non si presenta all’appuntamento vaccinale, dopo tre solleciti, deve fare un colloquio con un medico esperto e poi firmare un modulo di dissenso informato.