La conferenza stampa del comitato di redazione dell’Unità
Bologna, 27 ago. – Torneranno a raccontare il Partito democratico e l’Italia dopo “un mese di bavaglio”, come l’hanno chiamato loro. E lo faranno volontariamente, senza essere pagati, e tramite il sito del loro quotidiano, sperando che l’edizione cartacea ritorni il prima possibile nelle edicole. A dare la comunicazione della ripresa, seppur parziale e a partire dal 29 agosto, della attività giornalistiche è stato proprio il comitato di redazione dell’Unità, che ha preso parola in una conferenza stampa ai margini della Festa nazionale dell’Unità, inaugurata a Bologna dai big locali e da Debora Serracchiani, vicesegretaria nazionale del Pd. A parlare per tutti tre componenti del cdr, che per prima cosa hanno chiesto “trasparenza” al loro partito di riferimento. “Vanno bene le parole ma ora servono fatti“, ha esordito Bianca di Giovanni.
Per intanto, aspettando le decisioni di Renzi e lo sviluppo di trattative più o meno ufficiali per salvare un giornale oberato dai debiti (la cifra precisa è sconosciuta anche ai lavoratori), i giornalisti del quotidiano fondato da Gramsci chiedono ai democratici di dire chiaramente “se per loro il giornale è una risorsa o un problema, perché la questione è sopratutto politica prima che economica”. Qualche problema col partito, quanto meno dal punto di vista del dialogo, ci deve però essere sicuramente, visto che il cdr il 12 agosto scorso ha chiesto alla direzione democratica di poter dare vita ad un dibattito in cui parlare della situazione del quotidiano. “Ad oggi nessuna risposta ma speriamo in una disponibilità per i prossimi giorni”.
Per intanto ai volontari della Festa è stato consegnato un appello per la riapertura del giornale, e nei prossimi giorni ci sarà una raccolta firme e un’attività di sensibilizzazione all’interno degli stand. ”Una Festa dell’Unità senza l’Unità è un fatto politico grave”, spiegano i redattori che guardano con speranza al 7 settembre, quando Matto Renzi arriverà a Bologna per chiudere con un comizio la Festa del Pd. Allora, come si dice da più parti, potrebbe arrivare anche l’annuncio di una soluzione in grado di riportare l’Unità nelle edicole, ma la preoccupazione è tutta sulla salvaguardia degli 80 posti di lavoro. “Gli azionisti hanno le loro responsabilità – dicono dal cdr – perché l’assenza dalla edicole si poteva evitare”.
Simone Collini lavora all’Unità da 14 anni, fa parte del cdr, e parla della chiusura dell’Unità come di “un bavaglio”.
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