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Bologna, 16 gen. – C’è Google Translate, c’è la traduzione delle immagini con Word Lens, ci promettono la traduzione vocale in tempo reale via Skype. Il mondo dei traduttori e degli interpreti è in forte trasformazione a causa della diffusione di strumenti di traduzione digitale, sempre più precisa.
A Pensatech ne abbiamo parlato con Alessandro Cattelan, direttore operativo di Translated e Luigi Civalleri, traduttore freelance che ha lavorato per Adelphi e Einaudi.
Translated è una società di traduzione che annovera tra i clienti lo stesso Google e che utilizza e sviluppa tecnologia per la traduzione: ad esempio traduce i sottotitoli di Youtube, la app di Android e le campagna AdWords. Non un piccola start up ma un’azienda che impiega migliaia di traduttori ogni anno, a cui sono registrati 110mila traduttori, il 30% dei traduttori su scala mondiale. E anche il database non scherza: 10mila frasi già tradutte, dieci miliardi di parole, secondo il principio “non tradurre la stessa frase due volte”. E Cattelan rassicura: “E’ tecnologia che serve per aiutare i traduttori non per sostituirli”.
Anche Civalleri commenta subito che le tecnologie per la traduzione sono utili ma non sono (ancora?) in grado di interpretare un libro. Così come difficilmente capirebbe le metafore o le battute, anche se le mappature semantiche dei contesti fanno passi da gigante.
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