Bologna, 27 ott. – La Lombardia fa i conti con il primo voto digitale italiano e il bilancio finale è, a dir poco, deludente: server violati, assistenti digitali impreparati, numeri che non tornano, ritardi imbarazzanti. Piccoli disservizi che messi insieme fanno rimpiangere carta e matita.
Sono proprio le piccole sviste, le leggerezze e i mancati aggiornamenti ad aprire le porte, spesso, alle violazioni informatiche: dal cybercrime alla diffusione di dati sensibili. E se poi la violazione riguarda oggetti usati da bambini, come gli smartwatch, o automobili che corrono a 140 km/h, allora la faccenda si fa ancora più seria.
Pensatech ha dedicato l’ultima settimana alla sicurezza informatica. Nella prima puntata: dai problemi lombardi, segnalati dall’hacker Matteo Flora, alla ricerca norvegese sugli smartwatch per bambini di cui ci ha parlato la giornalista de La Stampa Carola Frediani. Abbiamo fatto un bilancio del cosiddetto “Venerdì nero” di Wannacry, con Gianni Amato del Cert-PA e, con Giulio Salvadori dell’osservatorio sull’Internet of Things del Politecnico di Milano, siamo andati ad analizzare quali sono i punti critici degli oggetti connessi. Infinite, la relazione del Clusit, presentata da Alessio Pennasilico e il racconto dell’ultima edizione di Hackinbo, per voce del suo fondatore Mario Anglani.
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