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Tper. Sciopero dei bus in Emilia-Romagna: “Manca sicurezza”


21 ott. – Per le condizioni di sicurezza sui bus dopodomani, venerdi 23, incrociano le braccia gli autisti dell’. Esclusa l’area coperta da Seta (Modena, Reggio e Piacenza) dove lo sciopero è già stato fatto nei giorni scorsi, nel resto della regione il servizio bus potrà avere venerdi disagi per l’agitazione di quattro ore promossa dal sindacato di base Usb. A Bologna e Ferrara lo sciopero si svolgerà tra le 10 e le 14, ma vista la contemporaneità con un’altra astensione dal lavoro di 24 ore, gli autisti Tper potranno anche decidere di scioperare per tutto il turno. Davanti alla sede dell’azienda di via Saliceto Usb terrà anche un presidio di protesta dove verrà anche presentato un esposto ai Nas sulle condizioni del servizio durante la pandemia di Covid.

In Romagna e anche a Parma lo sciopero, che segue quello del 25 settembre dopo la ripartenza delle scuole alla luce delle difficoltà nel trasporto degli studenti, è stato invece proclamato dalle 17 alle 21. In testa alle rivendicazioni degli autisti, le preoccupazioni sul rischio (a loro avviso alto) di contagio a bordo. “La situazione così non è gestibile in questa maniera, ma si fa finta di nulla”, afferma Luigi Marinelli di Usb regionale presentando la giornata di sciopero. “Al primo posto – sottolinea – noi mettiamo veramente la salute e la sicurezza dei lavoratori del trasporto pubblico locale e dei cittadini, mentre le misure messe in atto dalla Regione e dalle aziende non sono adeguate. Negare l’affollamento e quello che sta causando non è accettabile. Pensare che si possa stare in cinque in un metro quadro pensando che basti l’aerazione è una cosa grave”.

L’autista Giuseppe Montesano parla di una situazione “caotica”. “In Romagna – assicura – i turni sono gli stessi dell’anno scorso, gli assembramenti alle scuole sono rimasti uguali. E la capienza chi la dovrebbe controllare? L’autista che vede salire le persone da dietro con lo specchietto?”. Per Francesco Tuccino, altro esponente Usb, “non è più il caso di rinviare, se l’unica soluzione è il supporto delle aziende private per aumentare il parco mezzi lo si faccia subito, ma non è accettabile che si crei per gli studenti un elevato rischio di contagio”.

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