8 gen. – È stata restituita nella notte tra il 7 e l’8 gennaio gran parte dell’attrezzatura sottratta ai fotoreporter italiani rapiti domenica in Libano. Il resto, sperano i quattro, potrebbe essere riconsegnata stanotte, prima del loro ritorno in Italia, previsto per la mattina di domani, 9 gennaio.
I fotografi bolognesi Mario Rebeschini e Rossella Santosuosso, la collaboratrice di Radio Popolare Elisa Murgese e Gianfranco Salvatori de Il Piacenza.it sono sono stati convocati dal comandante della base di Shama il generale Bettelli e hanno riottenuto il materiale, privo però di quanto documentato durante il loro lavoro.
Le card delle macchine fotografiche, le registrazioni, le carte geografiche e le radio sottratte ai militari “saranno ora valutate dai dirigenti Hezbollah“, fa sapere Rebeschini che prosegue: “Sembra abbiano anche voluto confermare che non si fidano di un governo che, per voce del presidente Berlusconi, tre anni fa dichiarò che l’Italia era amica di Israele e degli americani.
Il gruppo che ha compiuto l’assalto nel sud del Libano domenica scorsa, sequestrando per un’ora e rapinando i fotoreporter e i sette soldati della scorta Unifil, pare l’abbia fatto senza senza il consenso dei dirigenti Hezbollah, per questo motivo è arrivato poi il gesto della restituzione.
“Non hanno toccato le armi e non erano interessati neppure ai soldi” scrive Rebeschini, che racconta anche che i rapitoli li hanno schedati fotografandoli con una piccola compatta.
Un’azione che i giornali libanesi hanno prontamente condannato nelle edizioni di oggi, “senza se e senza ma” precisa Rebeschini. Il sindaco di Shama di prima mattina si è presentato nella base italiana, riportano i reporter, e “al generale Bettelli ha assicurato che farà di tutto per capire cosa e perché è successo e tentare di ritrovare il materiale e restituirlo”.
La foto di Mario Rebeschini figura un “ansiomento” in un ufficio di Shama
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