Ti assumo ma devi lavorare da CASA | Sembra un sogno ma è tutto vero: BONUS SMART WORKING per tutti, fino a 8.000 € di aiuti

Persona in smartworking (Pexels) - Radiocittadelcapo.it
Il Bonus Smart Working è una vera manna per chi desidera il lavoro da casa. Offre 8.000 euro di aiuti a chi decide di lavorare da remoto.
Lo smart working, nella sua accezione di lavoro agile e flessibile non vincolato a un luogo fisico, era già una modalità operativa esistente prima della crisi globale.
La sua diffusione, tuttavia, è stata drammaticamente accelerata dalla pandemia, quando è passato dall’essere un’opzione a una necessità impellente per tutelare la salute pubblica e garantire la continuità operativa di imprese e servizi.
In quel periodo di emergenza sanitaria, il lavoro da casa si è imposto come l’unica modalità possibile per molte categorie professionali. Oggi però, superata la fase critica, sta compiendo un nuovo salto di qualità.
Il lavoro agile non è più solo una misura di cautela, ma si sta trasformando in un’opportunità strategica, grazie a enormi vantaggi fiscali e contributivi che possono rendere il trasferimento in località suggestiva la scelta più conveniente.
Una grande opportunità dai grandi vantaggi: lavoro da casa
Per incentivare questa nuova fase è stato introdotto un significativo strumento di sostegno: il cosiddetto Bonus Smart Working. Non si tratta però di un piccolo incentivo, ma di un’opportunità che può portare grandi benefici sia ai lavoratori dipendenti che ai datori di lavoro.
Per i lavoratori, l’ammontare massimo del beneficio previdenziale può arrivare fino a 8.000 euro annui. La chiave di accesso a questo vantaggio è però legata a una scelta di vita e logistica ben precisa: il trasferimento della residenza e del domicilio in determinate aree del Paese.

Un incentivo per lavoratori e datori di lavoro
Il beneficio, come spiega “Uspms.it”, vale per i lavoratori che decidono di trasferire la propria residenza e il proprio domicilio in alcune località specifiche, portando il lavoro in luoghi dove la qualità della vita è percepita migliore. In pratica, l’azienda che rispetta i requisiti può non versare una parte consistente dei contributi previdenziali a suo carico. Fatta eccezione di quelli dovuti all’INAIL. Senza che ciò intacchi l’aliquota pensionistica del dipendente, che resta piena. L’entità dell’esonero è notevole e decrescente nel tempo. Raggiunge il 100% (fino a 8.000 euro annui per lavoratore) nel 2026 e 2027, scende al 50% (fino a 4.000 euro) nel 2028 e 2029, e si attesta al 20% (massimo 1.600 euro) nel 2030.
La misura è limitata dai tetti di spesa europei del regime de minimis, rendendo il tempismo un fattore cruciale. Per le aziende quindi, il primo passo è definire il lavoro agile come modalità ordinaria, seguito dalla pianificazione di assunzioni stabili in linea con gli obiettivi di crescita e il rispetto dell’allineamento tra sede organizzativa, policy aziendali e requisiti territoriali. Per i lavoratori invece, la mossa è doppia. Devono ottenere la disponibilità del datore di lavoro per lo smart working “di default”. Pianificare poi il trasferimento in uno dei comuni montani ammessi che verranno individuati con un DPCM. In cambio però ci sono grandi vantaggi e non da ultimo, quello di poter lavorare da casa.