Taglio pensioni UFFICIALE | Fino a 300€ in meno da subito, c’è chi è al CAF per chiedere i nuovi Bonus

Anziana signora sconvolta da ciò che sta per accadere - radiocittadelcapo.it - Fonte: StockAdobe
Manca poco all’inizio del mese prossimo e si parla già di taglio pensioni, amare sorprese in arrivo. Scopriamo che cosa può accadere.
La pensione, in Italia, è sempre una questione di cuore e di pancia. Ogni novità, ogni voce di riforma, è capace di agitare milioni di persone che da quell’assegno mensile traggono la propria sicurezza economica.
Ottobre, in questo senso, rischia di riservare una sorpresa poco gradita: per alcuni pensionati potrebbero mancare fino a 300 euro sull’accredito. Una cifra che, in tempi di caro vita, non è certo trascurabile. Da giorni nei CAF e nei patronati si respira un clima di attesa e preoccupazione.
C’è chi si è già presentato agli sportelli chiedendo chiarimenti e informazioni su eventuali bonus che potrebbero attenuare il colpo. Perché se da un lato il governo Meloni insiste sulla necessità di rendere il sistema più flessibile, dall’altro il timore è che a rimetterci siano i portafogli dei cittadini.
Il cuore del dibattito è la riforma previdenziale allo studio. Tra le ipotesi più concrete c’è l’estensione della pensione anticipata contributiva a 64 anni anche per chi rientra nel cosiddetto regime misto, cioè i lavoratori che hanno versato contributi sia prima che dopo il 1996. Una possibilità che consentirebbe di lasciare il lavoro prima dei 67 anni oggi fissati per la pensione di vecchiaia.
In pensione prima, ma a quale prezzo?
La condizione, però, è pesante: l’assegno verrebbe calcolato interamente con il metodo contributivo, rinunciando così ai vantaggi della quota retributiva. È proprio qui che nasce la stima del taglio, fino a 300 euro al mese rispetto alle regole attuali.
Non una misura universale, ma una “penalità” che riguarderebbe solo chi sceglie la via dell’anticipo. In parallelo resta sul tavolo anche l’ipotesi della Quota 41 flessibile, che permetterebbe l’uscita con 41 anni di contributi. Anche in questo caso, però, le condizioni sarebbero tutt’altro che semplici: penalizzazioni sugli importi e limiti reddituali da rispettare.

Il difficile equilibrio tra conti pubblici e libertà: il taglio pensioni
L’equilibrio da trovare è delicato: garantire maggiore libertà di scelta ai lavoratori senza compromettere i conti pubblici. Per questo, il governo appare determinato a far passare il messaggio che la flessibilità ha un prezzo.
In altre parole: puoi smettere prima, ma dovrai accettare un assegno più leggero. Per ora siamo nel campo delle ipotesi e delle simulazioni, ma l’autunno si preannuncia caldo. Intanto, nelle case degli italiani e negli uffici dei CAF, la domanda che rimbalza è sempre la stessa: meglio lavorare qualche anno in più o stringere la cinghia con qualche euro in meno in tasca?