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Strage di Crevalcore. “La colpa fu solo del macchinista”

15 set – La strage di Crevalcore ha un unico colpevole, secondo il gup Andrea Scarpa.

Quel colpevole è il macchinista Vincenzo De Biase, dice ora la sentenza, che morì quattro anni fa con altre 16 persone nello schianto tra l’interregionale 2255 diretto a Bologna e un merci all’altezza di Bolognina di Crevalcore.

Il giudice l’undici maggio scorso ha assolto con rito abbreviato i 10 imputati, tutti dirigenti di Ferrovie (tra cui tra cui l’amministratore delegato Mauro Moretti, l’amministratore delegato di Rfi Michele Mario Elia e il dirigente di Movimento Giancarlo Paganelli)

“Le sole cause dell’incidente del 7 gennaio 2005 – si legge nelle 62 pagine di motivazioni della sentenza – sono da individuarsi nel mancato rispetto dei segnali e delle regole di condotta”.

Il macchinista, dice il gup Scarpa, non vide “nè le indicazioni del segnale di protezione giallo, nè il segnale di partenza a luce rossa”, prima di impattare con il treno merci proveniente da Roma.

E’ delusa il legale del sindacato dell’Orsa, costituitosi parte civile, oltre che della famiglia di una delle 17 vittime. “E’ una sentenza per nulla convincente e per nulla esauriente, siamo molto delusi e stiamo valutando di impugnarla – fa sapere Bruno -. Lo decideremo nel giro di una settimana”.

ll gup Scarpa, nelle motivazioni, non dimentica che il meccanista aveva una condotta “ineccepibile, così come la professionalità”, ma allo stesso tempo rigetta tutte le obiezioni che la gip Rita Zaccariello aveva posto alla richiesta di archiviazione dei vertici delle ferrovie, formulata dal pm Enrico Cieri.

Secondo il Scarpa la tratta non era ad “elevato livello di traffico” e quindi non ci fu colpa, come sostiene il gip, nel non aver attrezzato su quel convoglio, prima di altri, del Sistema di controllo marcia del treno (SCMT, blocca automaticamente il convoglio in caso di mancato rispetto della segnaletica).

Nemmeno l’obiezione sulla presenza di un solo macchinista a guidare il treno può essere accolta, perché si tratta di una circostanza “operante da oltre un ventennio”.

Infine, scrive il gup, l’incidente sarebbe avvenuto anche se il posto di movimento di Bolognina fosse stato ancora una stazione, con dipendenti sul posto.

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