Stop bombing Gaza. Il corteo a Bologna: “Non staremo a guardare”

In cinquecento hanno sfilato contro i bombardamenti sulla Striscia di Gaza,

Radio Città del Capo - Stop bombing Gaza. Il corteo a Bologna: “Non staremo a guardare”

Bologna, 15 lug. – In cinquecento hanno sfilato dietro allo striscione “Stop Bombing Gaza“, in corteo da piazza San Francesco e ritorno nella stessa piazza, contornata dai nomi delle quasi 200 vittime dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza. Manifestanti di diverse età, diverse origini, diverse sensibilità: c’è chi mette in mezzo anche l’Ucraina, chi parla di colonialismo e ruolo di Usa e Ue, chi chiama al boicottaggio. Tutti però ricordano la sproporzione di forza tra le parti in conflitto: “Contro lo stato terrorista di Israele, con la resistenza palestinese” recita lo striscione dell’associazione Palestina Bologna.

“Non vorrei difendere Hamas” dice un ragazzo intervenendo in piazza San Francesco, “ma questo conflitto non è colpa di Hamas ma di Israele, che è intervenuta dopo che abbiamo deciso di unirci, di fare il Governo di Unità Nazionale”. In corteo ci sono i centri sociali, Tpo, Vag61, Xm24, Atlantide, i sindacati di base come Usb ed anche molte associazioni. C’è la campagna Bds, boicottaggio, disinvestimento, sanzione, c’è una bandiera della Freedom Flotilla a ricordare l’Arca di Gaza, bruciata in mezzo alle molte barche dei pescatori della costa di Gaza. “Non staremo a guardare” dicono al microfono, in un discorso contro la “retorica della sicurezza di Israele”, quello che fa Israele è “colonialismo, sfruttamento, razzismo”.

All’arrivo in piazza Maggiore, dopo il giro attorno allo spazio cinema, qualcosa interrompe il normale svolgimento del corteo. Qualcuno dalla coda del corteo in via Rizzoli (angolo piazza Nettuno) riconosce alcuni tifosi del gruppo Beata Gioventù, la parte della curva del Bologna Calcio più vicina all’estrema destra. Sono lì per vedere il film ‘Il cielo capovolto’ sullo scudetto rossoblu. Parte un lungo confronto, soprattutto a parole, ad insulti, minacce, ma che non si traduce in contatto fisico se non limitato, qualche spintone. Saluti romani da una parte, cori dall’altra: “le sedi dei fascisti si chiudono col fuoco”. Un tifoso lamenta di aver ricevuto un fumogeno addosso. La polizia, un reparto celere e la Digos, interviene solo 10 minuti dopo. Gli agenti allontanano gli ultrà mentre dalla testa del corteo si invita a riprendere il cammino. Il confronto dura ancora pochi minuti, mentre un ultrà mostra un lungo bastone di ferro, ma solo da lontano.

(il video mostra gli ultimi momenti del “confronto”, con l’intervento della polizia)

Il corteo riprende e torna in piazza San Francesco. Alle 21.30 si scioglie lasciando in piazza lo striscione nella speranza che l’invito, lì scritto, diventi realtà: “Stop bombing Gaza”