Pensatech vi porta all’interno del web più profondo, il deep web, con un interrogativo. E’ possibile fare informazione al consumo e riduzione del danno tra chi cerca droghe e sostanze stupefacenti online?
Carola Frediani, giornalista de La Stampa e autrice di “Deep Web. La rete oltre Google” ci ha guidato all’interno dello spazio di internet che non è tracciato dai motori di ricerca. Frediani aveva già affrontato il tema della riduzione del danno nel deep web in un articolo di qualche anno fa, citando il “Doctor X“. Il dottore catalano Fernando Caudevilla, ci spiega Elisa Fornero responsabile italiana del progetto BAONPS, Be Aware On Night Pleasure Safety, si appoggia al collettivo Energy Control che fa drug checking.
Pensatech ha intervistato anche Flavia Atzori, ricercatrice dell’Università di Bologna che ha presentato la sua tesi di ricerca sugli acquirenti delle sostanze nel deep web, il dott. Giuseppe Montefrancesco, del progetto InSostanza e Responsabile U.O. Prevenzione Dipendenze Patologiche di Siena, Guido De Angeli, della Radix Svizzera italiana, che ha presentato il portale Danno.ch, esperienza svizzera di informazione e riduzione del danno online. Una curiosità che fa riflettere? In Svizzera i consumatori sembrano poco interessati al deep web perché reperiscono le sostanze senza troppa difficoltà attraverso i canali consueti. E quindi sono anche più facilmente intercettabili da chi può dare loro informazioni sulla salute.
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