Fabio Rainieri in una foto pubblicata sulla sua pagina facebook
Bologna, 4 feb. – Lo aveva annunciato nei giorni scorsi, ora in suo soccorso arriva anche un parere legale. Il leghista Fabio Rainieri, vice presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, non vuole arrivare al voto che potrebbe sfiduciarlo e relegarlo al semplice ruolo di consigliere regionale. E per non trovarsi ad affrontare il voto dell’aula, che inevitabilmente lo vedrebbe soccombere visto che contro di lui c’è tutto il centro sinistra e il M5S, Rainieri ha presentato un parere legale di 10 pagine in cui si boccia la richiesta di dimissioni avanzata dopo la sua condanna in primo grado per diffamazione aggravata da discriminazione razziale ai danni dell’ex ministro Cécile Kyenge.
Il documento legale, presentato dalla Lega Nord durante la riunione dei capigruppo di martedì, avrà comunque l’effetto di rallentare l’arrivo della mozione di sfiducia in consiglio regionale. In sintesi nelle 10 pagine si sollevano due problemi: il fatto che il reato di diffamazione non sia stato commesso da Rainieri nell’esercizio delle sue funzioni di vice presidente, ma prima di essere eletto, e una difformità tra regolamento dell’assemblea regionale e statuto. Tanto basta, a giudizio dei legali del Carroccio, per impedire per impedire a Pd, 5 Stelle, Sel e Altra Emilia-Romagna di chiedere formalmente le dimissioni di Rainieri.
“E’ tutto da dimostrare ma se davvero c’è difformità, ed è solo una lontana ipotesi – spiega il consigliere regionale di Sel Igor Taruffi – allora bisognerà sanarla e poi procederemo al voto di sfiducia. Il punto politico e istituzione è però molto chiaro: il vicepresidente dell’assemblea non può essere una persona condannata per diffamazione razziale. Nessuno ha chiesto alla Lega di perdere la vicepresidenza, così come nessuno ha chiesto a Rainieri di dimettersi da consigliere regionale. Gli abbiamo solo chiesto di rinunciare ad un ruolo di rappresentanza di tuta l’assemblea. A questo punto viene da pensare che sia attaccato alla poltrona. Se poi per un cavillo burocratico si dovrà attendere qualche giorno allora attenderemo, ma il buon senso dovrebbe portare Rainieri a dimettersi”.
Conferma per il momento la linea di attesa anche il capogruppo Pd Paolo Calvano che al Corriere di Bologna ha dichiarato: “Abbiamo chiesto all’Ufficio di presidenza un contro parere, poi prenderemo una decisione”.
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