Bologna, 13 gen. – Precipita la situazione alla Saeco di Gaggio Montano. Questa mattina, alla vigilia dello sciopero di 8 ore proclamato dai sindacati, i lavoratori hanno trovato i cancelli della fabbrica chiusi. “E’ una vera e propria serrata”, dicono i sindacalisti della Fiom.
Bruno Papignani, segretario regionale della Fiom, attacca a testa bassa l’azienda: “Se l’obiettivo dell’azienda è quello di chiudere lo stabilimento dopo averlo svuotato di tecnologia e non aver rispettato gli impegni, allora bisognerebbe avviare una procedura per una richiesta di danni fortissima. Non si può licenziare dopo aver intascato agevolazioni e contributi pubblici”. Papignani per i prossimi giorni si aspetta anche l’arrivo delle prime lettere di licenziamento, “perché i manager non vogliono assolutamente trattare”.
Abbiamo affrontato la questione questa mattina a “Sulla bocca di tutti”. Con Raffaele, operaio in diretta dal presidio Saeco a Gaggio Montano, l’assessore regionale alle attività produttive Palma Costi, Bruno Papignani della Fiom e Dario Di Vico, inviato del Corriere della Sera che ha scritto un articolo sulla questione analizzando le prospettive industriali della Saeco. “A Bologna – dice Di Vico – il dibattito su questi argomento però è stato povero”. “Non è entusiasmante sottolinearlo, ma tra tante imprese-lepri che sfondano nell’export ce ne sono altrettante e forse di più – scrive Di Vico – che non hanno saputo reagire ai mutamenti dei mercati. E un giorno o l’altro dovranno saldare il conto con le loro inefficienze e le loro pigrizie”. “Mi pare che Saeco sia rimasta indietro non solo sulle questioni impiantistiche e di produttività, ma anche nella valorizzazione del prodotto e così ha perso appeal. E alla fine si tenta di agire sul costo del lavoro come ultima ratio”.
La Fiom si aspetta a breve lettere di licenziamento. “Finché non ci sono le lettere di licenziamento, bisogna che si lavori per trovare il massimo di intesa possibile”, risponde il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, sollecitato sulla questione. La scelta della Saeco “ci ha lasciato basiti, credo sia un comportamento abbastanza inaccettabile“, dice Bonaccini, che conclude: “Lavoriamo per vedere se si può riportare un clima di dialogo”.
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