Sentinelle in piedi. Il Tpo: “Noi a volto scoperto, giusto allontanare i fascisti”
Dopo i tafferugli di domenica che a Bologna hanno coinvolto le Sentinelle in piedi e attivisti dei centri sociali, parla un attivista presente in piazza. “Naturale allontare i fascisti”

Bologna, 6 ott. – “Ero in piazza ed è stata una data importante per il movimento di Bologna, c’erano quasi mille persone”. Esordisce così Roberto di Làbas, centro sociale occupato che gravita attorno al più noto Tpo di via Casarini.
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L’attivista, volto conosciuto del movimentismo bolognese, chiede che il sindaco Merola sia coerente con quanto più volte dichiarato (“Se Forza Nuova non deve avere spazio in città allora non gli si conceda più nessuna piazza”) e parla di pessima gestione della piazza da parte della Questura, “incapace di capire che c’era un’intera città che stava dicendo ‘no’ ai fascisti in piazza”. Il riferimento è alla manciata di attivisti di Forza Nuova presenti in piazza. “La celere li ha coperti e difesi. L’errore enorme è stato quello di farli passare a mo’ di sfottò in mezzo a noi. E’ naturale in un contesto del genere che un’eccedenza di partecipazione abbia provato ad allontarnali sempre di più”. Per il militante del centro sociale occupato Labàs la reazione della piazza è stata “giusta” e, ci tiene a sottolinearlo più volte “a volto scoperto“. “Siamo movimenti autonomi e liberi che fanno dell’uso dei corpi [una propria pratica, ndr] – spiega – E ieri l’abbiamo fatto a volto scoperto. Quindi ognuno al suo posto e a ognuno il suo mestiere”. A rivendicare la giornata, nessun momento escluso, sono stati il centro sociale Tpo e il circolo anarchico Berneri.
Il Cassero sui tafferugli: “Un’inopportuna esibizione muscolare”
Nessuna risposta invece alle critiche arrivate dal Cassero. Vincenzo Branà, presidente del circolo Arcigay presente in piazza assieme ad altre realtà del mondo lgbqi bolognese, ha parlato “inopportuna esibizione muscolare” e di “manifestanti messi in difficoltà”. “Non vogliamo entrare in una guerra di comunicati con il Cassero su dichiarazione che comunque non condividiamo – spiega Roberto – Per noi il dibattito politico deve essere orientato sul dato reale, e cioè sulla partecipazione di quelle centinaia di persone che fino all’ultimo hanno seguito il corteo”.
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