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Scuola. La petizione dei docenti di sostegno per la continuità didattica

Foto pubblicata su Flickr

Bologna, 20 sett. – Settembre è quel periodo dell’anno in cui gli ex studenti del professore Carlo Marino iniziano a contattarlo via Facebook o WhatsApp per chiedergli: “Prof ma lei torna o non torna?”. Marino è stato docente di sostegno fino alla scorsa chiusura estiva ma ha sempre accompagnato i ragazzi per un solo anno accademico – nella migliore delle ipotesi – ed è per questo che con la riapertura delle scuole i suoi alunni non sanno mai se lo rivedranno o meno. “Vivono già delle difficoltà nell’apprendimento – spiega riferendosi agli studenti con diritto al sostegno –, sulle quali sono sostenuti da noi e dargli anche il carico del cambiamento continuo del docente, anno dopo anno, crea loro stress”. Per garantire ai ragazzi la continuità didattica ci sarebbe una soluzione: rendere operativa una norma contenuta nella riforma del sostegno (dlgs 66/2017) che consentirebbe di dare “la possibilità ai dirigenti di richiamare in servizio i docenti di sostegno presso la stessa scuola dove hanno servito l’anno precedente, affinché l’iniziativa non sia delegata al singolo”.

Il caso al quale fa riferimento di Marino è quello dell’Istituto tecnico Salvemini di Casalecchio di Reno, dove per quest’anno il dirigente scolastico Carlo Braga, in accordo con le famiglie, ha deciso di riconfermare una decina di docenti in servizio dallo scorso anno per coprire i posti vacanti. Mettendo così in pratica una norma che di fatto non è ancora stata attuata. “Le graduatorie usciranno il 21 settembre – spiega Braga ai microfoni della Radio – e fino al 24 o il 25 non potremo fare le convocazioni sulle graduatorie definitive, si tratta di un non senso didattico e amministrativo”. Così, con un corpo docente di sostegno di 36 insegnanti di cui solo 12 titolari che dovrebbe seguire 58 studenti con disabilità (40 circa in condizioni di gravità), il preside ha scelto di dare la priorità alle famiglie e ai propri bimbi. Si vedrà poi, a graduatorie pubblicate, se dovessero esserci o meno nuovi specializzati; in caso contrario i docenti indicati da Braga sarebbero confermati.

Quella avviata dal Salvemini è, secondo il professore Marino, la strada da seguire. Tanto da averlo spinto, insieme a un gruppo di colleghi, a lanciare una petizione su Change.org per sollecitare un intervento normativo. L’obiettivo è raggiungere le 25.000 firme. L’appello si rivolge direttamente al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti: “Le chiediamo un intervento normativo urgente che consenta la conferma nell’anno scolastico successivo di quei docenti che nell’anno scolastico precedente abbiano comunque prestato servizio sul sostegno a qualunque titolo e per un periodo non inferiore ai 180 giorni”. Non solo, a questo il professore aggiunge che “bisognerebbe far abilitare direttamente i docenti sul sostegno, avviando dei corsi abilitanti a tutti i docenti laureati e non solo a chi è già abilitato”. Per mettere fine al sistema per cui, una volta chiamati a insegnare la propria materia di specializzazione, i professori lasciano le ore di inclusione scolastica senza garantire la continuità didattica. “Ci sono state anche sentenze del Consiglio di Stato in merito – conclude – che hanno ammesso i docenti a questi corsi, pur non avendo l’abilitazione”.

Sostegno nelle scuole

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