20 lug. – La «regolare apertura dell’anno scolastico, in tutte le scuole» è messa «in seria discussione». Più volte hanno espresso questa preoccupazione, ma oggi i sindacati confederali di categoria, insieme a Snals, la ribadiscono cifre alla mano e proclamano lo stato di agitazione. Sono stati confermati, infatti, i tagli di 1.637 posti per gli insegnanti e di 713 posti per il personale Ata (collaboratori; assistenti amministrativi; assistenti tecnici; dirigenti scolastici) in tutta l’Emilia-Romagna. «Questo significa oltre 2.400 stipendi in meno, di cui circa un migliaio su contratti a tempo determinato che non saranno rinnovati, e nella maggior parte dei casi si lascia senza stipendio una famiglia», fa notare Gianfranco Samorì di Snals Confsal.
La popolazione scolastica regionale, però, è cresciuta di circa 10 mila unità fra studenti e alunni. Quindi, i sindacati prevedono che verranno formate classi più numerose. Gli ordini scolastici più colpiti saranno le medie inferiori e superiori, dove si potrebbe arrivare a 31 alunni per classe. Nella scuola primaria le classi potrebbero arrivare a 27 alunni e nella scuola dell’infanzia a 29.
«57 richieste di classi a tempo pieno, in provincia di Bologna, non possono essere concesse e 714 domande per la scuola dell’infanzia statale, in tutta la regione, non vengono soddisfatte», denuncia Anna Cicognani, segretaria della Cisl Scuola.
Ascolta Paolo Tomasi, segretario di Flc Cgil
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