Bologna, 21 ott. – Lavoratori, studenti dei licei e dell’Università di Bologna sono scesi per le vie della città in pochi, 150 persone in tutto. Hanno manifestato in occasione dello sciopero generale indetto dai sindacati autonomi Usb, Usi e Unicobas per protestare contro le riforme del governo Renzi e per il “no sociale” alla riforma costituzionale. Lo sciopero ha coinvolto i lavoratori della Pubblica Amministrazione, enti pensionistici, università, scuola, enti locali, sanità e trasporti ferroviari.
Mentre in città si muovevano i cortei, una trentina di studenti di Lubo, il collettivo nato all’interno di Labàs e Tpo, ha occupato uno stabile in via Zanolini, 19 dove si trovava la sede, ormai dismessa da anni, di Banca Etruria. “Abbiamo deciso di praticare lo sciopero occupando una ex-banca di proprietà di Banca Etruria per toglierla alla speculazione e all’alienazione bancaria e ridarla per la prima volta alle persone che dalle banche sono sfruttate e ricattate” ha detto Ilaria Riccardi, attivista di Lubo. Dopo poche ore è intervenuta la polizia, portando via a forza i ragazzi seduti per terra davanti all’ingresso.
Ubs, Ubi, Unicobas e studenti di Noi Restiamo si sono concentrati in piazza dell’Unità questa mattina alle 10.30. Dalla Bolognina è partito un corteo che si è concluso in piazza VIII agosto. A protestare c’erano anche dei delegati dell’azienda di Trasporto Passeggeri Emilia-Romagna, Tper. “Dalle 8.30 alle 12 – ha detto ai nostri microfoni Sebastiano Taumaturgo, autista Tper – ha aderito allo sciopero il 60% dei lavoratori dell’azienda (a fine serata Usb parla di un’adesione tra il 70 e il 90%, ndr)”.
Gli studenti medi del Cas, il collettivo autonomo studentesco, invece, si sono ritrovati in una quarantina questa mattina in piazza XX Settembre e hanno raggiunto gli studenti del Cua, il collettivo autonomo universitario, in piazza Verdi per l’iniziativa da loro indetta in occasione dello sciopero. Da qui è partito un corteo di poco meno di un centinaio di persone che si è fermato in viale Masini lanciando della vernice rossa sulle vetrine della sede bolognese di Trenkwalder, l’agenzia interinale che è in ritardo nel pagamento dello stipendio ai lavoratori impiegati nelle aziende con i quali ha firmato i contratti di somministrazione e che il 19 ottobre, senza alcun preavviso, ha chiuso molte filiali. Il giorno successivo l’agenzia ha riaperto le porte ma solo per dare informazioni ai dipendenti che chiedevano notizie del loro stipendio. “Queste sono le conseguenze delle politiche che ormai da vent’anni stanno devastando il mondo del lavoro e che, con il Jobs Act del governo Renzi, hanno reso la situazione non più sostenibile”, hanno scandito i manifestanti al megafono.
La giornata di sciopero si è conclusa con la convergenza di tutti i cortei in piazza dell’Unità, dov’è stato organizzato un pranzo sociale offerto dagli occupanti di case e il Comitato Inquilini Resistenti organizzati con Social Log. Dalle 15 sono stati organizzati laboratori per bambini “GiocaMusica” a cura della Rete Educatori di Bologna.
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