Scioperano i ferrovieri di Italo (ma non parlano per paura di ritorsioni)
I sindacati chiedono il ritiro della decisione dell’azienda di mettere in mobilità 246 dipendenti, per impedire il peggioramento della qualita’ del servizio

Bologna, 10 apr.- Hanno scioperato per la prima volta oggi per 8 ore, dalle 10 alle 18, i dipendenti di Italo-Nuovo Trasporto Viaggiatori a seguito della decisione dell’azienda di mettere in mobilità 246 dipendenti su un totale di 952 (pari circa al 25% di essi). La mobilità colpirebbe in particolare il personale che gestisce le attività di assistenza clienti in Casa Italo e negli altri punti Italo in stazione, il quale verrebbe ridotto del 50% circa (da 165 a 83) e quello a bordo ridotto del 30% circa (da 346 a 242). Praticamente sul treno resterebbero solo il capotreno e (forse) un operatore, così come le Case Italo sarebbero gestite da un operatore unico e ad orario ridotto.
A Bologna in mattinata c’è stato un presidio di fianco all’ingresso principale della Stazione Centrale. Una ventina tra dipendenti e sindacalisti hanno distribuito volantini ai viaggiatori per spiegare, oltre alle ragioni dello sciopero, anche quali ripercussioni avrebbero i tagli al personale sui servizi offerti. Una diminuzione così massiccia del personale, secondo i sindacati, comporterebbe l’abolizione delle attività di assistenza al binario e di qualsiasi servizio e assistenza non direttamente connesso alla vendita. Potrebbe, inoltre, avvenire l’abolizione totale della ristorazione a bordo, in favore dell’installazione di distributori automatici.
I lavoratori in sciopero appartenenti a Ntv e Casa Italo si rifiutano di parlare ai nostri microfoni per paura di poter essere riconosciuti dalla voce e quindi di subire ritorsioni da parte dell’azienda. Francesco Bertone di FIT-CISL ammette che l’azienda sta avendo atteggiamenti intimidatori nei confronti dei lavoratori per scoraggiare la loro partecipazione alle azioni sindacali, come gli scioperi.
I lavoratori si dicono stupiti della scelta dell’azienda di mettere in mobilità un numero così alto di personale sia perché già 30 persone hanno lasciato Ntv a seguito della possibilità di mobilità volontaria con aiuti economici, sia perché, in questo periodo, “l’azienda sta portando avanti una ricapitalizzazione e investendo in materiale rotabile nuovo” dice Roberto Rinaldi di UILTRASPORTI. I lavoratori credono che “l’azienda abbia annunciato un numero volontariamente alto di lavoratori in esubero proprio per mettere loro ancora più pressione e incentivarli ad accettare la mobilità volontaria”. La paura dei lavoratori è che chi andrà in mobilità possa essere scelto tra chi ha scioperato, anche se un’azione del genere sarebbe assolutamente antisindacale da tribunale.
I sindacati, ci dicono i lavoratori, sarebbero stati pronti a firmare per altri due anni il contratto di solidarietà con tetto al 35%, ma l’azienda ha proposto altri 5 anni di contratto di solidarietà con blocco totale degli stipendi per 7 anni, trasferimenti coatti e demansionamento. I sindacati hanno rifiutato di firmare la proposta perché la ritengono fuori legge.
L’azienda Ntv, inoltre, è stata denunciata alla commissione per gli scioperi per condotta anti-sindacale. Sembra infatti che per la giornata di sciopero di oggi abbia garantito più del 50% dei treni e abbia imposto a più di un terzo dei lavoratori (numero massimo consentito dalla legge per garantire i servizi essenziali di pubblica utilità) di lavorare durante lo sciopero.
I sindacati aderenti allo sciopero (FILT-CGIL, FIT-CISL, UILTRASPORTI, UGL-AF, FAST), promette Daniele De Maria di FILT-CGIL, “continueranno il confronto con l’azienda per tutelare i posti di lavoro e la qualità dei servizi”. Soprattutto visto che in questi tre anni hanno “chiuso un occhio nei confronti dei veri problemi per permettere all’azienda nel periodo di start-up di recuperare gli investimenti fatti per riuscire ad essere concorrenziali con Trenitalia nell’ambito dell’alta velocità”, come dichiara ai nostri microfoni Rinaldi.
di Clara Vecchiato