Categories: News

Sarathy Korwar e la musica delle migrazioni

25 ott. – Il percussionista e compositore Sarathy Korwar è un migrante: è nato negli Stati Uniti, è cresciuto in India, attualmente risiede da diversi anni a Londra. Lo scorso anno ha pubblicato il suo album d’esordio, Day To Day, su Ninja Tune, leggendaria etichetta londinese di elettronica e nu-jazz.

Sarathy è uno dei primi musicisti ad aver usufruito del programma dello Steve Reid Award, una sorta di borsa di studio per musicisti messa in palio dalla fondazione omonima, intitolata al celebre batterista jazz newyorchese: ciò ha fatto sì che il suo debutto avesse come mentori Four Tet, Gilles Peterson e Floating Points. “Non avrei mai immaginato che il mio primo disco uscisse su un’etichetta tanto importante”, racconta. “Four Tet ha mandato via e-mail il mio album a Ninja Tune, dicendo ‘Ascoltate questo disco!’. E quando Four Tet ti chiede di ascoltare un disco, solitamente gli dai una chance!”. Day To Day ha avuto una genesi davvero particolare. Sarathy, infatti, nel gennaio del 2015 è volato a Ratanpur, città dell’India centrale, con un’idea ambiziosa: “I Siddhi sono una comunità indiana che è migrata dall’Africa Orientale oltre un millennio fa, discendono dai Bantu: hanno una cultura incredibile, un approccio alla musica davvero unico”, spiega Sarathy, “essendo migranti, nel corso dei secoli si è venuta a creare una combinazione fra le influenze ritmiche africane, il folk indiano ed il sufismo. Sono entrato nelle loro case con un registratore Zoom H5 per catturare dei field recordings. In seguito sono andato in studio con alcuni dei ragazzi che sono qui con me oggi, e abbiamo incorporato quelle registrazioni ambientali all’interno di sessioni jazz improvvsisate.”

Detta così, però, l’opera di Korwar parrebbe essere meramente una meticolosa ricerca etnomusicologica, destinata per lo più ad un ascolto accademico. Il talentuosissimo Sarathy, invece, riesce a far fiorire in maniera così fluida e naturale le tante contaminazioni sonore da immergere l’ascoltatore in maniera totalizzante ed avvolgente nel cosmic jazz delle nove tracce dell’album, fondendo la ripetitività ipnotica dei canti sacri Siddhi, il groove dei beats africani, l’elettronica ed il linguaggio jazz.

Ascolta l’intervista a Sarathy Korwar negli studi di Radio Città del Capo ai microfoni di Cotton Fioc.

Redazione

Share
Published by
Redazione

Recent Posts

Russia-Italia, tensione altissima: attacco inaccettabile, “ferma condanna” I Il Ministro convoca d’urgenza l’Ambasciata russa: cresce la paura tra i cittadini

Russia-Italia, tensione altissima: arriva un attacco considerato inaccettabile a cui segue la 'ferma condanna". Il…

3 giorni ago

ALLERTA ALIMENTARE: “Vietate le uova a tavola”, non mangiatele o finite al pronto soccorso I Nota del Ministero della Salute

Arriva una nuova 'allerta alimentare':  "Vietate le uova a tavola", non mangiatele o finite al…

3 giorni ago

ULTIM’ORA – iPhone 16 “quasi gratis” con l’offerta Esselunga | Presentati alle casse a novembre e lo ritiri subito

I supermercati Esselunga hanno davvero esagerato con questa nuova offerta. Se ti presenti in cassa,…

4 giorni ago

“Ci tagliano l’orario del 90%”: lo sfogo dei lavoratori dell’azienda più FAMOSA d’Italia | Sciopero dopo 30 anni di silenzi

I lavoratori della celebre azienda hanno scioperato. Era da trent'anni che non accadeva una cosa…

4 giorni ago