4 apr. – Quattro operatori sanitari, candidati alle prossime amministrative nelle liste di Bologna Città Libera, hanno denunciato le incredibili liste d’attesa al reparto Urologia dell’Ospedale Maggiore di Bologna. Dai cinque mesi per le gravi forme di tumori urologici ai 5 anni di attesa per interventi alla varicocele. In totale, tra patologie più o meno gravi e semplici accertamenti, si tratta di 1.093 persone lasciate ancora ad aspettare la sospirata convocazione.
Mentre le graduatorie si intasano e i 7 medici in servizio nel reparto, più il primario e i 14 addetti con funzioni infermieristiche non riescono a smaltire gli arretrati, affermano i quattro candidati, “la Regione ha pensato di premiare tutti i direttori con compensi superiori del 20 per cento, per aver realizzato tagli ai servizi per i cittadini”. Questa dunque l’accusa, messa nero su bianco da Angela Attianese (medico), Giampiero Moruzzi (medico di base), Loredana Raimondi (infermiera) e Andrea Tesini (assistente sociale dell’Ausl ed ex responsabile Sanità di Rifondazione comunista.
Qualche esempio di risparmio “adeguatamente premiato”?
I “29.000 euro in più, oltre i 145.000 che già percepiva, riconosciuti all’ex direttore generale dell’Ausl”, Franco Riboldi. Tra i super stipendi, Bcl infila anche i 137.000 euro all’anno “del responsabile dell’ufficio stampa e
comunicazione aziendale”.
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