Bologna, 21 ago. – Secondo la Procura di Bologna, il saluto romano e la maglietta con la bandiera della Repubblica di Salò mostrati da Eugenio Maria Luppi sul campo del Marzabotto sono stati poco più di una ragazzata. Sicuramente nulla di “pericoloso per l’ordine democratico” tanto che i magistrati non ritengono di dovere procedere contro il giocatore per l’accusa di apologia di fascismo. A denunciare Luppi erano stati, nel novembre scorso, il Comune di Marzabotto insieme al Comitato onoranze ai caduti. A questi enti, difesi dall’avvocato Andrea Speranzoni, la Procura non ha nemmeno notificato l’atto di archiviazione poiché, come ha scritto la pm Michela Guidi, non sono da considerarsi persone offese dal reato in oggetto. Secondo la Procura, “persona offesa dal reato è solo lo Stato” e quindi non i privati, gli enti e le associazioni antifasciste. E’ per questa ragione che il Comune e gli altri enti hanno ricevuto la notizia dell’archiviazione solo dalla stampa.
“Questo provvedimento ci ha lasciato molto perplessi” dice l’avvocato Speranzoni che ha tutta l’intenzione di rivolgersi al Tribunale monocratico di Bologna perché venga riconosciuto il diritto del Comune e del Comitato onoranze a vedersi riconosciuto il diritto di opporsi a questa archiviazione. “Non essendo nemmeno stati avvertiti della richiesta di archiviazione abbiamo uno strumento, previsto dal codice di procedura penale, quello del reclamo al tribunale monocratico” spiega Speranzoni.
Anche l’Associazione Nazionale Partigiani di Italia non ha alcuna intenzione di fermarsi. Anna Cocchi, presidente bolognese, non ci gira attorno: questa decisione va nel solco dello “sdoganamento” del fascismo.
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