Saeco. Gli operai in coda per lasciare l’azienda
Al piano di uscita volontaria hanno aderito 49 in più di quanti previsti dall’accordo. Top secret il nome dell’imprenditore che potrebbe rilevare il capannone lasciati da Philips

Bologna, 5 apr. – Questa mattina inizia l’addio dei lavoratori che hanno aderito volontariamente al piano di uscita dallo stabilimento sull’Appennino bolognese. A tutti gli effetti l’epilogo della durissima vertenza tra sindacati e la multinazionale Philips, aperta dall’azienda olandese a fine novembre con la dichiarazione degli esuberi. L’azienda voleva licenziare 243 persone, i sindacati dopo manifestazioni e proteste hanno abbassato la cifra a 196, e su base volontaria. Ma quando si è trattato di verificare le adesioni al piano di uscita – che la Cgil ha definito a suo tempo come una delocalizzazione soft – gli operai hanno aderito in massa, oltre i numeri previsti. Alla fine se ne andranno in 239, solo 4 di meno rispetto a quanto chiesto dall’azienda prima dei picchetti e degli scioperi. 49 in più di quanto previsto nell’accordo tra impresa e sindacati
I primi 90 operai firmano l’atto di conciliazione oggi – si tratta di una mobilità incentivata su base volontaria – mentre l’intera procedura dovrebbe essere conclusa entro la settimana prossima. Per tutti i 239 lavoratori è previsto un incentivo 75.000 euro lordi che scatterà alla fine della cassa integrazione, in scadenza il prossimo novembre.
Rimane top secret il nome dell’imprenditore che sarebbe pronto a rilevare il capannone lasciato da Philps-Saeco