Bologna, 12 lug. – “Siamo stati presenti attraverso il Pronto soccorso sociale sin dalle fasi inziali dello sgombero”, rivendica l’assessore Luca Rizzo Nervo al termine di una lunga giornata di sgombero per le famiglie che da due anni occupavano uno stabile in via Mura di Porta Galliera, ai margini centro storico. “Il Pris è intervenuto a esito dello sgombero”, specifica poco dopo il titolare del Welfare nella giunta Merola bis, che spiega come siano state “individuate immediatamente soluzioni di accoglienza temporanea per questa sera”.
Il resto è tutto da definire ma solo all’interno di una “interlocuzione con le famiglie”, per capire prima di tutto “se sono residenti a Bologna” e poi eventualmente “valutare soluzioni di transizione abitativa”. Il Comune di Bologna non sembra più disposto a sedersi a un tavolo con Social log, il collettivo che negli ultimi anni ha promosso diverse occupazioni abitative in città. “Nostri interlocutori in queste situazioni sono le famiglie”, chiude l’assessore.
“Questa Amministrazione, come sempre, interviene immediatamente per proteggere tutte le persone in condizioni di difficoltà e disagio – ha dichiarato il sindaco Virginio Merola –. In questo caso il ripristino della legalità si è accompagnato a un intervento teso a tutelare l’incolumità delle famiglie presenti nello stabile dichiarato inagibile”.
Gli operatori del Pronto soccorso sociale “si sono fatti vivi soltanto ad operazioni di sgombero ultimate e non sono entrati all’interno dell’edificio”, accusa Fulvio Massarelli di Social log. Gli attivisti per il diritto alla casa parlano di una sistemazione temporanea in tre alberghi per le famiglie, comprese quelle di tre donne incinte – una delle quali deve partorire a giorni -, mentre per altri quattro o cinque nuclei familiari senza minori, oltre che per i single, potrebbe esserci la strada di un letto in dormitorio.
Social Log ha lanciato per giovedì 14 luglio una assemblea pubblica alle 20 all’ex-Galaxy in via Fantin 13.
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