Bologna, 6 feb. – E’ stato chiuso nel 2010, e da allora esperti del settore e operatori ne hanno più volte chiesto la riapertura. Ma il drop-in a Bologna non tornerà. Lo ha detto l’assessore a welfare e sanità del Comune Luca Rizzo Nervo. Il drop-in, prima sospeso e poi mai più riaperto, è stato un punto di accoglienza a bassa soglia per consumatori di sostanze difficilmente intercettabili con altri servizi. Un tassello all’interno della strategia della cosiddetta riduzione del danno che è saltato da tempo. Rizzo Nervo ha spiegato perché il Comune non ha intenzione di riaprire il drop-in. “Le stagioni cambiano – ha detto Rizzo Nervo – Il tema delle tossicodipendenze non è venuto meno ma i servizi devono reinventarsi rispetto ad un efficace lavoro. Sul drop-in al momento restiamo un passo indietro. Quella del drop-in è un’esperienza che si è chiusa e che in quelle modalità non può essere ripetuta. Ciò non toglie la nostra attenzione sulla riduzione del danno”.
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Rizzo Nervo ha anche parlato della riorganizzazione dei servizi sociali, del ruolo dell’hub di via Mattei nella gestione dei profughi, della ormai quasi certa non riapertura del Cie a Bologna, dei futuri progetti del Comune per quanto riguarda l’integrazione dei migranti, e della visione che la giunta ha sui temi del welfare. Ecco l’intervista, questa mattina all’interno di Oltre le Mura.
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