Poster realizzati dall’artista MP5 e installati nelle bacheche di Cheap di viale Masini
2 mar. – “L’8 marzo sarà sciopero e sarà femminista“. Per il secondo anno il movimento nazionale Non una di meno promuove lo sciopero “sociale, politico e globale” dal lavoro produttivo e riproduttivo e lo fa nella Giornata internazionale della donna, promettendo di invadere “le strade e le piazze per ribadire il rifiuto alla violenza maschile e di genere“. Di fatto, sarà “la prima iniziativa politica nazionale dopo le elezioni, iniziativa che verrà garantita nonostante la franchigia elettorale e indipendentemente dallo schieramento politico che vincerà”, spiega Beatrice, attivista bolognese di Non una di meno.
Lo sciopero per ora è stato indetto dai sindacati Usi, Slai, Cobas e Usb. Ma non tutte le donne potranno aderirvi, motivo per cui il coinvolgimento avverrà anche attraverso pratiche e strumenti alternativi, come presidi, scioperi bianchi o semplicemente esponendo la bandiera #iosciopero.
Il nodo bolognese di Non una di meno ha organizzato infatti un doppio appuntamento per la giornata dell’8, proprio per consentire “la partecipazione anche a chi non potrà scioperare”, spiega Marta, una delle attiviste. “In Piazza Maggiore dalle 9 alle 13 sono previsti interventi pubblici, lezioni autogestite” con ricercatrici, docenti e le studentesse di università e licei; mentre “alle 18 partirà il corteo” che attraverserà il centro “da Piazza Nettuno a Piazza dell’Unità”.
Come l’anno scorso, le strade si coloreranno di “nero e fuxia” e si riempiranno di tutti quegli oggetti dai quali le donne vogliono scioperare: pannolini, scope, ferri da stiro. Questo a Bologna, così come nelle altre sei città dell’Emilia Romagna che hanno aderito, ovvero Modena, Ferrara, Forlì, Cesena, Rimini e Reggio Emilia.
L’astensione sarà anche dal lavoro riproduttivo e da quello di cura, svolto in condizioni “precarie e di sfruttamento, spesso da donne migranti” specifica invece Paola. I motivi dello sciopero sono stati pubblicati da Non una di meno nel Piano femminista contro la violenza maschile e di genere, scritto nel corso di un anno, dalla prima manifestazione nazionale del 25 novembre 2016 a quella dello scorso anno. “Quest’anno si sciopera con un Piano pronto”, spiega Giulia, articolato in 8 punti, dal “reddito di autodeterminazione, universale e slegato da lavoro e cittadinanza” al “permesso di soggiorno europeo senza vincoli”.
L’intervista completa a Paola e Beatrice di Non una di meno Bologna
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