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Rissa tra i collettivi Hobo e Cua. Le foto

Bologna, 25 feb. – Più che una rissa quello accaduto la settimana scorsa tra i collettivi universitari Hobo e Cua è stato un agguato. Lo riconoscono anche gli investigatori che questa mattina hanno presentato alla stampa alcuni fotogrammi dei due video ripresi dalle telecamere di videosorveglianza del campus di via Filippo Re: undici attivisti di Hobo contro due del Cua. “E’ stato evidentemente un agguato, probabilmente una risposta organizzata a fatti precedenti” dicono gli investigatori della Digos in Questura. Undici sono i denunciati appartenenti al collettivo Hobo, due quelli del Cua. Nelle immagini si vede il momento dell’attesa, quello dell’arrivo dell’auto del Cua che viene immediatamente assaltata con calci agli sportelli e colpi con i caschi.

Sono tutti e tredici denunciati per rissa aggravata: i due del Collettivo Universitario Autonomo non si sarebbero limitati a difendersi e fuggire ma avrebbero risposto, come si vede nelle immagini, con calci e scazzottate. Quattro sono denunciati anche per danneggiamento e 9 per porto di oggetti atti ad offendere (caschi e un cric). Tutti sono sotto i trent’anni, tranne due “fuori quota”, del ’71 e del ’73 e tra i tredici denunciati, quattro sono donne.
Durante l’assalto all’auto era presente anche un noto attivista di Hobo già protagonista dell’assalto all’auto di Salvini. A causa della foga con cui ha usato il casco contro l’auto si sarebbe fratturato la mano.

Gli investigatori non escludono che l’incontro, poi rivelatosi un agguato, fosse stato combinato attraverso delle telefonate (prima del parapiglia, come si vede dai fotogrammi diffusi in Questura con i volti oscurati, si notano due esponenti di Hobo che telefonano ripetutamente come per mettersi d’accordo), ma l’ipotesi è ancora al vaglio delle indagini.
La chiamata al 113 è arrivata da persone presenti in via Filippo Re. Gli agenti giunti sul posto hanno trovato quattro persone  coinvolte nella rissa, ma non hanno ricevuto da loro elementi utili alle indagini.
Al centro del diverbio tra i due gruppi ci sarebbero le modalità di condivisione degli spazi universitari di via Zamboni 38. L’occupazione di alcune aule da parte del Cua è in queste settimane nel mirino delle critiche del preside della facoltà Costantino Marmo.

L’auspicio del questore Vincenzo Stingone è che un’episodio così grave “non debba ripetersi. Bisognerebbe pensare ad altro non certo a fare a botte tra studenti. Non è un bel vedere. Fanno perdere tempo a noi e perdono tempo anche loro”.

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