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“Rilascio immediato dei locali”. Atlantide di nuovo a rischio sgombero

Bologna, 1 ott. -“Rilascio immediato dei locali” o il Comune di Bologna “provvederà direttamente”. Al Cassero di Porta Santo Stefano occupato dai collettivi di Atlantide è stata notificata in serata una comunicazione in cui si chiede di lasciare la struttura entro le 8 di martedì 6 ottobre. La firma è quella del sindaco, Virginio Merola.

Segno che la lunga trattativa tra Palazzo d’Accursio e collettivi queer, punk e lgbt che da 15 anni animano il Cassero sta prendendo una piega non positiva per gli occupanti. “Siamo pronti ad una convenzione, anche ad un nuovo spazio”, diceva nel giugno 2014 l’assessore Matteo Lepore aprendo ufficialmente la trattativa che avrebbe dovuto portare al trasferimento di Atlantide da Porta Santo Stefano a via del Porto, in locali di proprietà di Palazzo d’Accursio. Sembrava la svolta dopo una storia complicata durata anni,e gli stessi collettivi si era detti pronti a lasciare la vecchia sede. Nel settembre dello stesso anno il sindaco annunciava un “percorso di rientro nella legalità in modo da poter prevedere l’assegnazione di una sede a questa associazione, che non sarà il Cassero”.

La lettera firmata dal sindaco e affissa sul portone di Atlantide

Qualcosa evidentemente è andato storto, e la comunicazione di questa sera affissa sul portone di Atlantide rilancia l’ipotesi sgombero, eventualità che sembrava ormai definitivamente archiviata. Segno evidente, tra l’altro, della spaccatura che c’è nella maggioranza a Palazzo d’Accursio, con la componente cattolica del Pd impegnata a ostacolare la trattativa condotta con i collettivi dall’assessore alla cultura Alberto Ronchi. A rallentare il trasferimento in via del Porto anche lungaggini burocratiche, con mesi di ritardo nel via libera dei lavori per ristrutturare i locali. Un ritardo che si è ripercosso sulla chiusura dell’accordo tra Comune e Atlantide.

Resta da capire il senso della richiesta odierna – il rilascio immediato dei locali – che rappresenta per il Comune una vera e propria inversione di marcia nella trattativa. Non si tratta però di una novità assoluta. Con la lettera affissa oggi sul portone di Atlantide diventano tre le richieste di liberazioni dei locali firmate da Palazzo d’Accursio nel corso degli ultimi due anni. La prima missiva risale al primo aprile 2014. Due mesi toccò ad una seconda richiesta di liberazione dei locali. Era l’11 giugno 2014, e in seguito alla presentazione di un esposto in procura da parte della presidente del quartiere Santo Stefano Ilaria Giorgetti, il sindaco Merola firmò un’ordinanza in cui si chiedeva, nuovamente, la liberazione dei locali. “Evidentemente ha avuto le sollecitazioni giuste”, spiegò all’epoca Giorgetti.

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