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Rifugiati in protesta al Link. Il Comune: “Risolveremo a breve”

Foto tratta dalla pagina Fb della Coalizione Internazionale Migranti e Rifugiati

Bologna, 18 apr. – E’ solo rimandata l’inaugurazione dell’area chill out accanto al Link di via Fantoni, nello spazio che un tempo era un fienile. “Siamo certi che quel servizio verrà inaugurato a breve”, assicura l’assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo. Ma come, visto che l’assessore al Welfare Amelia Frascaroli lo ha destinato ad alcune delle persone uscite volontariamente dall’occupazione dell’ex Beretta, lo scorso gennaio? “Questo sarà oggetto del lavoro dell’assessore Frascaroli”, risponde Rizzo Nervo. Si tratta di adulti che non potevano rientrare in altri tipi di soluzioni previste dal Comune per famiglie con minori e ora non hanno ancora un’altra destinazione. Per questo sabato hanno protestato, di fatto facendo saltare l’inaugurazione dell’area chill out.

Un pasticcio nato dal fatto che mentre l’assessorato alla Sanità, dall’estate scorsa, lavorava alla convenzione con il Link per assegnargli la gestione del servizio di “decompressione” – da aprile a ottobre, perché d’inverno l’area è destinata al piano freddo -, un altro assessorato, quello al Welfare, entrava in trattativa con gli occupanti del Beretta, proponendo soluzioni abitative per farli uscire dall’edificio prima che fosse sgomberato.

“Ci sembrava inutile forzare la mano”, dice Rizzo Nervo riferendosi alla mancata inaugurazione di sabato, ma “la soluzione non può essere quella“, aggiunge, promettendo che il Comune è impegnato a trovarne un’altra tendendo conto dell’indice di priorità per famiglie con minori”.

“Non è stato promesso niente“, dice oggi Frascaroli, spiegando che la richiesta delle associazioni che seguivano i rifugiati al Beretta era di iniziare al fienile un progetto sperimentale di accoglienza, “ma gli era stato detto fin da subito che non era possibile perché nel frattempo era venuto avanti il progetto sanitario legato alla vicinanza col Link”. L’assessore aggiunge che quel progetto viene preso molto sul serio: “stiamo cercando anche spazi sostenibili”, ma non al fienile.

“Non vogliamo scendere in una diatriba sterile, dice Giorgio Simbola fra gli attivisti che sostengono il presidio, rimandando alle dichiarazioni sui giornali nei giorni dello svuotamento del Beretta. “Abbiamo commesso un errore, di non aver richiesto impegni scritti”. Guardando al futuro dei 3o rifugiati che avevano trovato posto al fienile e a quelli che arriveranno in citta, Simbola aggiunge: “Se ci danno un altro posto, per noi non c’è nessun problema, non siamo abbarbicati al fienile, l’importante è che la questione sia riconosiucta nella sua complessità”.

“Da un punto di vista umano capisco e appoggio le loro rivendicazioni”, afferma Gianluca Giangiobbe, vice presidente del Link, ma aggiunge che il fienile è una struttura pensata per ospitare laboratori e servizi come quello di chill out. Dopo la ristrutturazione nel 2005 il Link avrebbe voluto usare il fienile, ma finora ci ha rinunciato perché l’affitto era troppo gravoso. La convenzione raggiunta col Comune dovrebbe colmare l’assenza di un servizio di utilità sociale, che sarà gestito dall’onlus Carovana.

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