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Rifestival. Politica, antropologia, economia. “Perché un altro mondo è possibile”

Un momento del festival nell’edizione 2018

Bologna, 9 apr. – Gli spazi dell’Università di Bologna dall’11 al 14 Aprile saranno attraversati da Rifestival, un festival organizzato dagli studenti, finanziato attraverso una campagna di crowfunding e promosso dalle associazioni e 

Antropologia, storia, scienze politiche, economia, comunicazione, filosofia, sono le discipline al centro del Festival, che ha riscosso un grande successo con l’edizione 2017 del Festival dell’antropologia, in seguito alla quale gli organizzatori hanno deciso di promuovere una maggiore interdisciplinarietà. Il tema al centro delle iniziative di quest’anno sarà il Potere, nucleo attorno a cui si delineeranno riflessioni, incontri, letture e presentazioni che nascono da punti di vista differenti.  Importante la lista degli ospiti dell’edizione 2019, soprattutto considerando l’assenza di grandi finanziatori. Giovedì 11, inaugureranno il Festival Marcello Flores e Carlo Galli che parleranno del potere nel XXI secolo; una lectio magistralis di Gherardo Colombo, e un incontro con Pierluigi Bersani e Marco Almagisti. Oltre a ciò, l’iniziativa si snoda per l’intero fine settimana tra le aule di Via Zamboni 38, le Scuderie e il Teatro Comunale, con interventi di numerosi esperti, politici ed intellettuali delle varie discipline, tra cui Pietro Grasso, Vincenzo Visco, Andrea Staid, Marco Aime e molti altri.

L’idea che spinge maggiormente i volontari a mobilitarsi è proprio che attraverso la partecipazione il discorso su problemi decisivi della contemporaneità, che riguardano quindi l’intera cittadinanza, possa essere motore di un cambiamento.”Non dobbiamo portare fuori i saperi accademici, ma sono i saperi accademici che devono essere contaminati dai saperi della società civile” ci dice Lorenzo Garattoni, della Rete degli studenti universitari. La categoria di “possibile” denota un’apertura verso ciò che deve essere ancora pensato, soluzioni nuove che possono emergere solo attraverso il dialogo tra dimensioni e prospettive diverse: “L”obiettivo-spiegano- è mettere insieme voci diverse che riescano a convivere per creare un campo di confronto in grado di mettere le proprie idee a disposizione di chi ascolta, per immaginare una realtà più giusta e inclusiva.”

di Francesco Dal Cerro

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