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Resistenza. Quando in libreria spunta il libro negazionista

Gianfranco Stella è uno scrittore ravennate che si autodefinisce “saggista della destra cattolica“. Non è uno storico, ma dal 1990 scrive e si autopubblica libri sui crimini partigiani mosso, sono parole sue, dalla “convinzione, oggi sempre più diffusa, che il movimento partigiano fu un mito e non altro, e che la verità storica mal s’addiceva alla trionfalistica vulgata resistenziale“. Insomma, quasi una “missione” la sua, spesso portata avanti con l’ausilio di forze politiche che in nome del sempre vivo anticomunismo lo portano a spasso per il Paese a presentare i suoi volumi.

Il suo ultimo libro, “Compagno mitra“, è esposto tra le novità consigliate nelle librerie Feltrinelli e nelle Librerie Coop di Bologna nella sezione “Storia”. “Chiunque può scrivere di storia, per fortuna non serve il patentino” dice Paolo Pezzino, storico e presidente dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, che però aggiunge: “Un libro serio di storia si riconosce per un metodo, che è un metodo comunque scientifico, il che significa che vanno indicate le fonti sulle quali si basano le affermazioni del libro. Le note, che sono tanto vituperate, servono apposta a questo: alla possibilità di un controllo da parte della comunità scientifica delle fonti su quali quel libro si basa”. Nel suo libro Stella non inserisce note a piè di pagina o a fine del testo ed è piuttosto vago sulle fonti: nelle ultime pagine del corposo volume, “oltre 600 pagine, oltre 100 fotografie di killer”, nelle due pagine intitolate “Fonti generali”, vengono elencati i nomi di alcuni archivi, di alcuni istituti storici, di alcuni tribunali e molte “conversazione dell’autore” con il testimone di turno. Il tutto con molta approssimazione e nessuna possibilità, per il lettore, di approfondire i ragionamenti e verificare le tesi dell’autore. Insolito per uno storico. Il libro di Stella, che verrà presentato a Bologna il prossimo 19 gennaio, più che un saggio di storia, è una raccolta di storie, in cui i partigiani sono tutti cattivissimi e i fascisti tutti povere vittime. Un misto di sensazionalismo e moralismo, scritto con pressapochismo e auto pubblicato con un solo obiettivo: gettare discredito sulla Resistenza e sulla parte comunista del movimento partigiano in particolare.

Come è finito un libro così nella sezione “Storia” di alcune importanti librerie cittadine?

Librerie.Coop ci ha spiegato che i punti vendita vengono riforniti da canali distributivi senza filtri particolari da parte delle librerie. Scoperto dalla nostra segnalazione della presenza del volume nei propri punti vendita, Librerie.Coop ci ha informato di stare valutando se mantenere o meno il libro all’interno dei propri punti vendita-

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