Bologna, 7 set. – Matteo Renzi alla chiusura della festa nazionale dell’unità di Bologna ha bacchettato i primaristi per la corsa alla successione di Vasco Errani. “Hanno fatto un gran casino” ha detto riferendosi a Stefano Bonaccini, Matteo Richetti e Roberto Balzani che il prossimo 28 settembre se la vedranno alle primarie di coalizione con il candidato del centro democratico Matteo Riva. Il capitolo Emilia Romagna è durato poco rispetto all’intero intervento (com’era normale che fosse) con cui il segretario-presidente ha concluso la festa nazionale del Partito.
Prima del rimbrotto (“Hanno fatto un gran casino ma comunque lo condurranno con grande stile e alla fine saranno uno per tutti e tutti per uno”) Renzi ha ringraziato Errani e gli ha rinnovato la stima.
Dal palco della sala dibattiti centrale Renzi ha indicato l’agenda del governo e chiesto al partito uno sforzo di mobilitazione sulla riforma della scuola. Dal 15 settembre si avvierà la fase di confronto che durerà fino al 15 novembre, e il partito deve essere in prima fila, a migliorare la proposta del governo.
Poi l’economia, gli 80 euro “atto di giustizia sociale”, Mogherini in europa, “è una ragazza cresciuta nel partito”, la difesa della poltiica come attività nobile, la sfida del 41%, che ci ha dato tante responsabilità, l’urlo contro i gufi e le stoccate a chi, tra i suoi, prova a frenare il cambiamento.
Futuro, speranza, lavoro: con queste parole il segretario-presidente scalda il cuore delle migliaia di attivisti, militanti e simpatizzanti che hanno riempito la festa nazionale del Pd.
In apertura ha ringraziato i suoi predecessori, Epifani, Veltroni, Franceschini e Bersani, e poi i militanti: “Il 41% è merito vostro”.
Poi a testa bassa, anzi, a braccio quando una folata di vento gli ha fatto cadere un foglio, Renzi attacca i tecnici figli della prima repubblica che lo criticano e non hanno mai capito il berlusconismo e previsto la crisi economica. “Chiederemo conto a Junker dei 300 miliardi di investimenti promessi”, dice Renzi che a D’Alema e agli altri critici interni risponde duro: “Se qualcuno vuole la rivincita l’avrà nel 2017, chi vuole lavorare può farlo da domani”. Appalusi scroscianti. La connessione sentimentale con il suo popolo c’è ancora tutta: “Il futuro è un luogo bellissimo e vi prometto che ci andremo insieme”, chiude con tono obamiano.
Finito il comizio, mentre piega la bandiera, un anziano militante commenta: “Speriamo bene”.
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