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Regionali. Sconciaforni a Rifondazione: sbagliato chiudere al Pd

Bologna, 8 set. – E’ sbagliato rinunciare al dialogo con il Partito Democratico. Ne è convinto Roberto Sconciaforni, consigliere regionale della Federazione della sinistra in quota Rifondazione Comunista, molto critico con la strada intrapresa in queste settimane dal suo partito. Pur essendo ancora in corso il dibattito interno ai comitati per L’altra Regione, i reduci con accento emiliano dell’altra Europa con Tsipras, “il gruppo dirigente regionale di Rifondazione Comunista una posizione l’ha presa ed è quella per cui non ci sarebbe più spazio politico per il confronto e per la verifica di un accordo con le altre forze del centro sinistra”. Per Sconciaforni si tratta in primis di “una scelta sbagliata” e, in seconda battuta, di “una svolta” rispetto alla linea da sempre tenuta dal partito: “Di fronte ad appuntamenti locali, come le comunali o le regionali, si è prima di tutto dotata di un programma e di proposte (…) e con questo programma si è sempre andati al confronto con le altre forze del centro sinistra, a partire dal Partito Democratico”.

Non ci interessano le primarie, con l’avvento del Renzismo le condizioni sono cambiate” aveva detto qualche settimana fa il nuovo segretario regionale di Rifondazione Stefano Lugli. La risposta di Sconciaforni è condita con molta ironia: “Perché, prima di Renzi, il Partito Democratico era guidato da Lenin e Trotsky?” Il capogruppo in viale Aldo Moro non dà per scontato un accordo e vede tutti i limiti dovuti alla nuova fase politica, ma sottolinea come i democratici non siano un monolite e che su queste contraddizioni si possa e si debba lavorare. Soprattutto sul terreno locale dove è possibile, e per Sconciaforni l’Emilia Romagna è un esempio, “trovare altre strade”.

Rispetto ai contendenti in campo alle primarie del prossimo 28 settembre, con chi sarebbe più facile dialogare? Sconciaforni non si sbilancia, e fa un passo indietro: “Già sarebbe importante avviarlo un confronto”. E’ facile capire, però, dalle parole del capogruppo di Rifondazione che un accordo programmatico sia più facile con Stefano Bonaccini che non con Matteo Richetti: se non altro perché Richetti, “parla solo di ‘no’ ai matrimoni gay, ‘no’ alle adozioni gay e gestione dei servizi in mano ai privati: se questo è il nuovo che avanza, puzza tanto di vecchio” dice Sconciaforni.

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