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Qualità dell’aria: a Bologna migliora, ma le auto tornano ad aumentare

Bologna, 3 ott. – Migliora la qualità dell’aria ma torna a salire l’indice di motorizzazione delle automobili. È la fotografia scattata dallo studio ‘MobilitAria 2019′ realizzato da Kyoto Club e dall’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche), che ha analizzato la qualità dell’aria e le politiche di mobilità urbana nelle città e aree metropolitane italiane tra il 2017 e il 2018. Se da un lato a Bologna si sono ridotti i livelli medi di NO2 (-11%) e sono aumentati gli utenti che si muovono con il trasporto pubblico urbano (+18%) su un tasso complessivo di mobilità del 92,5%, dall’altro l’indice di motorizzazione di automobili è tornato a salire del +3%; si tratta di 531 veicoli ogni 1000 abitanti, lievemente al di sotto della media nazionale (638) ma al di sopra di tante altre grandi città europee, come ad esempio Londra. I dati positivi possono essere letti attraverso il successo dei servizi di car e bike sharing o l’adozione del Pums a scala metropolitana, ma secondo la coordinatrice del gruppo di lavoro sulla mobilità sostenibile di Kyoto Club Anna Donati, ex assessora alla mobilità verde del Comune, c’è ancora molto da fare: “Il ruolo del Pums verso Ferrovie dello Stato e Regione deve essere molto più determinato”, dice, auspicando “che anche Bologna metta in moto la tramvia”

Complessivamente in tutta Italia è stato riscontrato un aumento della qualità dell’aria, sebbene gli sforamenti dei limiti normativi continuino ad esserci: “Continuiamo a superare i limiti della qualità dell’aria per il PM10 e biossido di azoto – commenta Donati – perché non abbiamo affrontato in modo strutturale il problema”. La mobilità sostenibile non registra grossi miglioramenti, il trasporto pubblico tiene e quello attivo a piedi e in bicicletta aumenta, ma “le auto e le moto tornano a crescere ovunque”; Torino è la peggiore, segnando un +5% di indice di motorizzazione di auto, con 674 veicoli ogni 1000 abitanti. La ragione è da ricercare per Donati nello scarsa offerta di alternative rispetto all’estero: “Da noi le alternative sono più deboli, il punto di eccellenza è certamente Milano, con metro, sharing mobility e aree pedonali”. Per arrivare al traguardo richiesto dall’Europa, di riduzione del 33% delle emissioni entro il 2030, è necessario implementare il “trasporto ferroviario a scala metropolitana, il trasporto urbano su ferro o elettrico e usare di più la bicicletta”. Sia rispondendo alle richieste dei cittadini che chiedono più servizi, sia invertendo le abitudini e innestando un vero e proprio cambio culturale.

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