Profughi. Miled, inseguito dalle multe Tper per il fiasco dell’assistenza
Bologna. Il programma di assistenza per 12 mesi si dimenticò della convenzione con Tper. Ora deve pagare 1750 euro. “Il suo caso non isolato”

Bologna, 19 giu. – E’ in Italia da pochi anni e ha già un debito sulle spalle di quasi 2000 euro. Debito, ed è questa la particolarità, accumulato a forza di multe sui bus di Bologna mentre era inserito nel programma di assistenza per rifugiati Ena (Emergenza Nord Africa). Un programma che però, almeno sotto le Due Torri, si è scordato per un anno intero di garantire gli abbonamenti Tper ai migranti arrivati in città. Col risultato che decine di multe – non se ne conosce il numero esatto – sono fioccate su persone all’epoca senza nessun tipo di reddito. Miled Abderrazak, 38 anni, arriva in Italia ad inizio 2011 scappando dalla guerra civile in Tunisia, quella che poi avrebbe portato all’esilio del presidente Ben Alì. Nel maggio del 2011 viene portato a Bologna e inquadrato all’interno del piano di assistenza “Emergenza Nord Africa”. Di lui si occupa la Protezione civile, che lo assegna al centro di assistenza di Villa Aldini gestito dal consorzio Indaco. Per raggiungere l’edificio in zona collinare, in via dell’Osservanza, bisogna però prendere un bus. E così Miled fa per un anno, mentre non ha soldi né per i biglietti del bus né per un’eventuale bicicletta. “Come facevo a pagare? Non avevo nulla in tasca”. Perché prendeva il bus? Per cercare lavoro ad esempio, “per andare al centro per l’impiego e nelle agenzie”, spiega. E così, usando i trasporti pubblici, Miled inizia ad accumulare multe. Non è il solo. In quel periodo gli ospiti di villa Aldini (e del centro Croce Rossa dei Prati di Caprara) collezionano multe una dietro l’altra, chi più chi meno a seconda della frequenza con cui si sposta in bus. “Era un periodo d’emergenza e quelle multe all’inizio ci sono sembrate l’ultimo dei problemi”, ricorda una persona che all’epoca si occupava di assistenza ai profughi. La prima multa per Miled arriva il giorno successivo la sua assegnazione a Villa Aldini: il 22 giugno 2011. Poi ne arriva un’altra a gennaio 2012, e ancora a febbraio, marzo, due ad aprile, una a maggio. In totale 7 multe da 80 euro, che si stanno trasformando in ingiunzioni di pagamento da 250 euro ciascuna. Il debito totale tocca i 1750 euro, e sui provvedimenti di ingiunzione quello che succederà è scritto nero su bianco: dopo 30 giorni scatterà la procedura che porterà all’esecuzione forzata del provvedimento. “Sono arrabbiato”, spiega Miled mostrando l’abbonamento Tper “Mi Muovo” che ha ricevuto nell’agosto 2012 dai gestori del centro di accoglienza. Se quell’abbonamento lo avesse ricevuto prima, ragiona, tutto quelle multe non le avrebbe collezionate ed ora non si ritroverebbe con 1750 da pagare. Invece per più di un anno, dal giugno 2011 all’agosto 2012, tutti i migranti ospitati a Villa Aldini sono rimasti “scoperti” sul lato delle spese del bus. Nell’anno in questione qualcosa viene tentato, ma è troppo poco, e comunque non funziona. Vengono attivate due convenzioni con altrettanti edicolanti cittadini, ma ci sono problemi burocratici e la consegna dei biglietti ai profughi in cambio di buoni (forniti dai gestori dell’assistenza) si blocca subito. E nel frattempo le multe continuano ad arrivare. La posizione di Tper. Miled ha provato a chiedere l’annullamento o l’archiviazione delle multe a Tper, ma sulla questione l’azienda è stata irremovibile. “Tutte le multe sono da pagare, l’unico motivo di archiviazione previsto dalla normativa è quello relativo alla certificata incapacità d’intendere e volere al momento dell’infrazione”. Insomma niente da fare, bisogna mettere mano al portafogli, e né Miled, che è disoccupato, né la moglie, una ragazza italiana che ha sposato nel 2013, sono al momento in grado di farlo. Anche Avvocato di Strada ha provato a sistemare la questione, chiedendo l’archiviazione dei verbali. “Ma la normativa non ci consente di pretendere nulla dall’azienda – spiegano dall’associazione – il massimo che possiamo fare è segnalare casi specifici e poi chiedere l’inserimento delle multe sotto la voce ‘crediti inesigibili’, un modo per bloccare il processo di riscossione. Per il resto dipende tutto dalla buona volontà di Tper”. “Tutto questo è successo perché chi doveva programmare l’intervento di assistenza non ha ragionato a lungo termine – spiega Neva Cocchi di Ya Basta, associazione di volontari e attivisti che ha seguito i migranti di Villa Aldini e per loro ha chiesto più volte la gratuità dei trasporti – Ragionavano invece di mese in mese, pensando che magari quei migranti sparissero chissà dove. E invece sono rimasti qui in città, e con loro le multe dei bus. Eppure noi le abbiamo mostrate ai tavoli di coordinamento, e non siamo stati i soli”. Conclude Cocchi: ” Tutti sapevano del problema delle multe, dall’ultimo operatore a chi coordinava l’assistenza”.