3 gen. – Da domani in Prefettura ci saranno i primi incontri con i gestori dei centri che continuano a ospitare i profughi nell’ambito della “Emergenza Nord Africa”. L’emergenza è formalmente finita e la competenza è passata dalla Protezione civile alle prefetture, per una “gestione ordinaria”. In Emilia-Romagna le persone ancora assistite sono circa 1.460, di cui 363 a Bologna e provincia.
Nel capoluogo la maggior parte dei profughi vive nel centro gestito dalla Croce rossa ai Prati di Caprara. Sono 124 ragazzi, molti nigeriani, che in questi giorni hanno avuto quasi tutti in mano un permesso di soggiorno per motivi umanitari, spiega il responsabile regionale della Cri Antonio Scavuzzo.
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Altre persone sono ospitate in una struttura in via del Milliario, gestita dal consorzio Arcolaio. Altre ancora vivono a Villa Aldini, gestita dal consorzio Indaco. Erano 46, oggi sono 38, perché alcune hanno trovato altre sistemazioni. C’è chi ha ottenuto permessi di soggiorno di 3 o 5 anni, ma il vero problema rimane il lavoro. Ora che i tempi dell’uscita dal percorso di accoglienza si stringono, “c’è un po’ di tensione”, racconta Luciano Serio, coordinatore della struttura.
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