San Lazzaro di Savena, 20 feb. – Domenica prossima, 23 febbraio, a San Lazzaro (come in altri comuni della provincia di Bologna) si terranno le primarie di coalizione del centro sinistra per la scelta del candidato sindaco alle amministrative di maggio. Il grande comune alle porte di Bologna, poco meno di 32 mila abitanti, è stato governato negli ultimi 10 anni dalla giunta di Marco Macciantelli, sostenuto da una coalizione comporta da Pd e Sinistra per San Lazzaro (lista vicina a Sel).
Proprio sulla continuità-discontinuità con l’attuale amministrazione si incentra la sfida che vede contrapposti due esponenti del Pd ed uno di Sel. Due degli sfidanti sono membri della giunta Macciantelli mentre il terzo è un professore universitario prestato alla politica.
Giorgio Archetti è il vicesindaco uscente. Esponente di Sel, dopo 9 anni di consiglio comunale, sente di avere “l’esperienza necessaria” per fare il sindaco. Rivendica il lavoro svolto dall’amministrazione Macciantelli, anche se ammette che negli ultimi anni la squadra di cui ha fatto parte è rimasta “schiacciata” dalla questione del nuovo insediamento di Idice. “Questo percorso non si può interrompere” dice Archetti che però puntualizza: “Non si può parlare di colata!” Il Poc del comune prevede, oltre a 580 alloggi, anche 114 mila metri quadri di parco fluviale attorno all’Idice e 163 mila metri quadri di infrastrutture pubbliche. Inoltre, secondo Archetti, a San Lazzaro c’era bisogno di case: “La lista di attesa è di 400 unità” puntualizza il vendoliano. Che però ammette: “Se dovessimo partire da zero, oggi ripenseremmo la localizzazione”. Nel futuro di San Lazzaro, Archetti vede la necessità di proseguire il lavoro svolto dalla giunta Macciantelli, sia sull’urbanistica che sui servizi alla persona, il tutto finalizzato all’aumento della coesione sociale. La candidatura di Archetti ha spaccato Sel con Gian Guido Naldi che ha scelto di sostenere Maggiorani e Archetti che ha chiesto che il partito intervenga: “Se non si rispettano le regole di un’organizzazione si può anche uscire da quella organizzazione”.
Isabella Conti, avvocato 31 enne, è da 8 mesi assessore al bilancio di San Lazzaro. Iscritta al Pd, Conti si pone in continuità con la giunta Macciantelli. Che difende a spada tratta sul tema caldo della “difesa del territorio”: “La cementificazione a cui abbiamo assistito negli ultimi anni è stata il frutto delle decisioni assunte negli anni precedenti”. A supporto di questa tesi, Conti snocciola i dati: “Il Poc approvato nel 2011 prevede la costruzione di 800 nuovi alloggi e la riqualificazione di altri 400. E’ l’unica portata edificatoria del periodo 2004-2014. Nel decennio precedente sono stati deliberati 3050 alloggi, di cui 2500 già costruiti. Di questi – dice Conti – 1870 sono nuovi e solo 600 frutto di riqualificazione”. Al centro delle preoccupazioni di Conti vi è il bilancio: le continue “vessazioni” economiche a cui è stato sottoposto il Comune dal Governo negli ultimi anni hanno creato non pochi problemi.
Mauro Maggiorani, professore di storia contemporanea dell’Unibo, iscritto all’Anpi e al Pd, è l’outsider. Può contare sull’appoggio di una parte dei democratici, di Rifondazione comunista e di una parte (piccola) di Sel. Vuole porsi in netta discontinuità con l’opera di Macciantelli. Contrario alla realizzazione della nuova urbanizzazione in località Idice (giudicata una new town slegata da tutto), Maggiorani promette un sindaco cittadino, che non dimostri “l’arroganza del potere e della politica” e che sia capace di un “ascolto attivo che porti alla partecipazione”. “Se potessi tornare indietro (su Idice, ndr) lo farei, ma non so se si può fare” dice Maggiorani.
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