17 ott. – “La vera novità della crisi degli ultimi 5 anni è che ha colpito i giovani, anche a Bologna”. Lo ha detto il direttore del dipartimento programmazione del Comune Gianluigi Bovini parlando a un convegno sulla povertà, organizzato nella giornata mondiale Onu sul contrasto all’esclusione sociale. Anticipando alcuni dati che saranno diffusi il 25 ottobre in un altro incontro a Palazzo D’Accursio, Bovini ha spiegato che il tasso di disoccupazione generale in provincia è cresciuto di quasi 5 punti percentuali fra il 2008 e il 2012 e si attende un aumento ulteriore per l’anno in corso. Ma il picco si è raggiunto nella fascia di età 15-24 anni, che registra un tasso del 29%.
Secondo Bovini, le famiglie sono il vero ammortizzatore sociale, quindi la redistribuzione del reddito e del patrimonio non dipenderà dalle capacità individuali.
Nel 2011 sono stati quasi 297.500 le persone che nel capoluogo hanno presentato la dichiarazione dei redditi, con una leggera contrazione dovuta alla disoccupazione giovanile. In tutto 7,1 miliardi di euro di imponibile e 23,7 mila euro di reddito medio all’anno; ma oltre la metà dichiara un reddito inferiore ai 20 mila euro, con una distribuzione geograficamente ineguale nei quartieri che compongono Bologna. Il 41% dei redditi è dichiarato da ultrasessantunenni.
Conferma i dati preoccupanti sulla disoccupazione Patrizia Paganini, dirigente del Servizio politiche attive del lavoro della Provincia. Nel 2008 i disoccupati iscritti al centro per l’impiego erano quasi 40.500, nel primo semestre di quest’anno sono 89.700 e nel caso dei lavoratori stranieri l’aumento è stato addirittura del 120%. Hanno retto meglio le donne, ma il lavoro si è impoverito e i nuovi avviamenti al lavoro indicano che chi lo trova spesso accumula molti piccoli contratti nell’arco di un anno.
Alla lunga, chi è meglio formato troverà lavoro, avverte Paganini. E questo è un problema, se si leggono i dati forniti oggi dall’Osservatorio provinciale sulla scolarità
Per capire quale sia l’idea che i cittadini hanno della qualità della vita a Bologna, il Comune ha predisposto un questionario, a cui hanno già risposto 5 mila persone.
Entro l’anno, l’assessore comunale al welfare Amelia Frascaroli conta di concludere il progetto “Case Zanardi” per rispondere ai nuovi bisogni emersi in questi cinque anni di crisi, puntando ad aprirne una per quartiere.
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