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Portare le periferie al centro. A Bologna il festival di antropologia Mille/Piani

Foto flickr Mark Patten – CC-BY-2.0

Bologna, 19 apr. – Le periferie al centro del dibattito pubblico con Mille/Piani, il primo Festival di Antropologia organizzato dagli studenti dell’Università di Bologna. Gli incontri si terranno dal 21 al 23 aprile nelle aule di via Zamboni 38.

“Cercheremo di spiegare alcuni fenomeni che agli occhi dei meno esperti possono risultare difficili da comprendere – raccontano Sara Parolini e Fabiola Girneata, due studentesse che hanno partecipato all’organizzazione – cerchiamo di far capire che l’antropologia non è soltanto lo studio dell’estero ma riguarda anche ciò che ci circonda”. I tre giorni di incontri ( qui il programma completo) avranno infatti come tema centrale le periferie, affrontato da diversi punti di vista: la prima giornata è dedicata alle periferie del corpo e del sesso, la giornata di sabato alle periferie sociali, e la domenica a quelle urbane.

Tra i relatori troviamo il sociologo Marzio Barbagli che presenterà il suo libro “Storia di Caterina che per ott’anni vestì abiti da uomo” in cui tratta la tematica dell’identità di genere. Le periferie del copro saranno affrontate anche da Maximiliano Ulivieri che indagherà il rapporto tra disabilità e sessualità. L’aspetto sociale invece sarà approfondito tra gli altri dall’antropologo Francesco Vietti, che tratta il tema, ultimamente tornato in sordina, delle badanti straniere; e Eugenio Dacrema, dottorando dell’università di Trento che racconta il fenomeno Isis partendo dalla sua esperienza di un anno a Damasco. Uno dei temi centrali della terza giornata è invece la quello della gentrificazione, fenomeno controverso che consiste nella riqualificazione dei centri urbani popolari, sviluppato da Giovanni Selmi.

Via Zamboni continuerà ad essere animata anche la sera di sabato con attività culturali e ricreative. Durante “la notte della cultura” si alterneranno proiezioni di documentari, incontri e performance di musica, danza e poesia interattiva. Questi incontri sono gratuiti e aperti a tutti, soprattutto ai non specialisti. L’obiettivo è quello di rispondere alle domande della contemporaneità cercando di costruire un quadro complessivo che tenga conto di diverse prospettive. Il nome del festival, Mille Piani, sottolinea infatti il suo spirito: “ci ricorda la molteplicità dei punti di vista da cui ogni cosa può essere osservata – raccontano le organizzatrici – cercando di imporci l’umiltà necessaria a favorire la condivisione di ciò che ci rende ricchi: la diversità”.

di Giulia Fini

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