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Pizzarotti guida la ribellione contro Grillo: “Non faremo campagna elettorale”

Bologna, 16 set. – Braccia incrociate contro la decisione di escludere Andrea Defranceschi dalla corsa per le regionali in Emilia Romagna. Un gruppo di esponenti del M5S, tra cui il sindaco di Parma Federico Pizzarotti e alcuni deputati hanno annunciato che non faranno campagna elettorale per protesta.

Dopo un giorno di accenni di scontento sui social in serata è arrivata la nota che critica la mancanza di confronto all’interno del movimento. “Quello che sta succedendo in queste ore per le votazioni online dei candidati alle regionali è a dir poco sconcertante” scrivono i dissidenti. In calce il nome di Pizzarotti (che con Grillo ha un fronte aperto anche sul tema del listone unico per la Provincia), ma anche quella dei deputati Mara Mucci, Giulia Sarti e Paolo Bernini. E ancora, oltre a Pizzarotti, il gruppo in Comune di Parma, il capogruppo di Ravenna Pietro Vandini, i tre consiglieri di Piacenza Mirta Quagliaroli, Barbara Tarquini e Andrea Gabbiani e altri sul territorio.

“Quello che sta succedendo ci riguarda tutti. Dalla Calabria, passando per Roma, fino ad arrivare a Milano. Sono cose che con il lavoro di molti parlamentari, consiglieri, sindaci e attivisti del movimento 5 Stelle niente hanno a che vedere e che anzi, danneggiano ancora una volta il nostro impegno”, proseguono, parlando di “metodi autoritari che ricordano il peggiore dei partiti“. La norma che non ha permesso a Defranceschi, indagato come tutti i capigruppo per l’inchiesta sulle spese in Regione, è definita “un inserimento non votato di un criterio ad excludendum, pericoloso e di difficile attuazione (se non eventualmente normato) che non ci trova d’accordo”. La posizione, spiegano, “di molti di noi portavoce è stata chiara e netta: senza discussione non si introducono nuove regole e non si fanno fuori le persone arbitrariamente”. Da queste basi la decisione di non partecipare attivamente alla campagna elettorale: “Questa volta, non faremo rete sul territorio. Che fine ha fatto una consultazione della rete che l’esercizio della democrazia partecipata impone? La partecipazione non è uno slogan, è una pratica”. E concludono: “Ci dispiace per tutte le brave persone impegnate attualmente in questa campagna ma, proprio in difesa del movimento, non possiamo accettare questa situazione in silenzio”. Il 27 settembre è previsto un incontro pubblico a San Lazzaro per parlare di questa vicenda.

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