Pensioni, contributi persi per SEMPRE se dimentichi la regola dei 5 anni | Nemmeno l’INPS aveva avvisato in tempo

Anziano (Pexels) - Radiocittadelcapo.it
La regola dei 5 anni è una regola fondamentale per non avere brutte sorprese con le pensioni. Se la dimentichi, rischi di perderla.
Nel complesso panorama della previdenza sociale italiana, esiste una disposizione cruciale che può fare la differenza tra una serena pensione di vecchiaia e una spiacevole sorpresa. Si tratta della cosiddetta regola dei cinque anni.
È di vitale importanza, perché rappresenta un vero e proprio salvagente previdenziale per i lavoratori.
Stabilisce i limiti temporali entro i quali è possibile recuperare i contributi previdenziali non versati dal datore di lavoro, per cui è essenziale conoscerla e applicarla, proprio per raggiungere senza brutte sorprese il traguardo pensionistico.
Tuttavia tantissime persone ne ignorano l’esistenza o dimenticano l’applicazione.
Una regola da non dimenticare
L’importanza strategica della regola dei cinque anni non può essere sottovalutata, in quanto la disattenzione può portare a delle drastiche conseguenze, come la riduzione dell’importo finale dell’assegno o lo scivolare sotto la soglia minima richiesta, ovvero 20 anni di contributi.
Questa regola è infatti un presidio fondamentale per proteggere il diritto maturato. La verifica e il recupero tempestivo, facilitato da strumenti come il riscatto di periodi scoperti o la verifica dei versamenti figurativi, sono le azioni che possono accelerare il raggiungimento dei requisiti minimi o colmare le lacune.

Essenziale per salvaguardare il proprio futuro delle pensioni
Il sito “Ideabuilding.it” spiega in cosa consiste la regola dei cinque anni e come va applicata. Sono consigliate infatti tre mosse pratiche per metterla in atto: verificare l’estratto contributivo, conservare scrupolosamente ogni documentazione come buste paga e contratti e segnalare immediatamente ogni irregolarità all’ente previdenziale.
La regola riguarda direttamente la prescrizione dei contributi previdenziali. In pratica, se il datore di lavoro omette di effettuare i versamenti all’INPS, il lavoratore può recuperare tali contributi solo entro un termine massimo di cinque anni dal momento in cui il versamento era dovuto. Questo termine però può estendersi a dieci anni, ma solo nel caso in cui l’irregolarità o l’omissione contributiva viene denunciata o segnalata ufficialmente all’INPS entro il quinquennio iniziale. Per questo è essenziale conoscere la regola e non dimenticarla. Ne va del proprio futuro previdenziale.