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Pastificio Corticella. Nessun progetto, in 35 restano a casa

Uno stralcio dell’immagine di @Batracos http://www.flickr.com/photos/61227214@N02/

Bologna, 28 nov. – Non c’è più nessun progetto di riconversione per il pastificio Corticella. La Newlat, guidata da Angelo Mastrolia ha annunciato ai sindacati che “l’unica soluzione” per i 35 lavoratori del pastificio di Bologna è la messa in mobilità e la relativa perdita del posto di lavoro. L’azienda ha dichiarato, è l’allarme lanciato dalla Flai-Cgil, che “tutti gli impegni concordati e sottoscritti in sede istituzionale sono decaduti”.

La vicenda parte nel 2011 quando, chiuso il pastificio, fu siglato un accordo che prevedeva la realizzazione di un nuovo stabilimento in un’area diversa. In seguito, l’azienda cambiò idea proponendo un nuovo stabilimento più grande di livello regionale. Poi spuntò l’ipotesi di uno studentato ed infine, l’ultima ipotesi: centro servizi con hotel, negozi e palestre.
Una tecnica dilatoria, quella di modificare a più riprese i progetti presentati, che secondo il sindacato aveva come “unico
obiettivo, oggi palesemente conclamato, di procrastinare i tempi, al fine di produrre una silente agonia che consentisse senza clamori di poter dismettere l’attività e disimpegnarsi”.

L’azienda, denuncia Flai, “sta cercando di realizzare anche a Bologna lo stesso disegno che sta perseguendo nei siti del lattiero-caseario di Reggio Emilia, Lodi, Lecce, che prevede il licenziamento in tronco di 177 lavoratori”.

Domani i lavoratori saranno in sciopero per otto ore con un presidio, indetto da Flai, Fai, Uila, davanti allo stabilimento di via di Corticella 309 dalle 8.30, per chiedere rispetto degli impegni assunti. Al presidio sono stati invitati gli assessori provinciali e comunali, il presidente del quartiere, esponenti del Comune di Bologna e tutti i cittadini a sostegno dei lavoratori.

Ivano Gualerzi segretario regionale della Flai Cgil

Angelo Mastrolia, patron di Newlat, scarica la responsabilità del fallimento dei progetti di riconversione dello storico pastificio sul Governo. “Il Decreto del Fare equipara questo tipo di interventi a nuove costruzioni. La ‘Scia’ non e’ piu’
sufficiente, quindi, vanno inseriti inseriti nei Poc comunali e a Bologna il Poc è chiuso: per riaprirlo, e non solo per noi, i
tempi sarebbero lunghi e al momento non quantificabili. Quindi, non potendo prorogare la cassa integrazione  straordinaria, non resta che la mobilita’”,

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