Bologna, 27 feb. – L’hub scoppia, e questa volta per davvero. Con una capienza prevista di circa 350 posti, l’ex Cie di vie Mattei ha viaggiato stabilmente per settimane a quota 700, e ora, con gli ultimi arrivi, gli ospiti sono diventati 800. Migranti che vengono convogliati nell’hub per poi essere smistati sul territorio, ma vuoi le resistenze dei sindaci, vuoi i numeri imponenti, spesso si trovano a sostare in via Mattei anche per settimane, con il conseguente superaffollamento di una struttura che invece dovrebbe essere solo di transizione.
Per risolvere il problema, e visti anche gli ultimi massicci arrivi che hanno portato l’hub a ospitare 800 persone, a tutti gli effetti un record assoluto dall’apertura nel 2014, la prefettura ha deciso di iniziare a distribuire gli ospiti su Bologna e provincia. In piccoli gruppi di non più di 10-15 persone, i migranti saranno inviati in hotel o strutture ricettive private sul territorio della città metropolitana. Come sempre Bologna farà la sua parte con dieci migranti che saranno destinati ad una struttura all’estrema periferia della città, in zona San Sisto. Lì saranno ospitati fino al 4 di marzo. Poi ci sono i Comuni della provincia.
“Per noi si tratta di nove migranti che staranno sul territorio per qualche tempo, una collocazione temporanea quindi. Dalla prefettura ci dicono una settimana, massimo dieci giorni”, spiega il sindaco di Pianoro Gabriele Minghetti, primo cittadino il cui Comune sta già ospitando 27 profughi.
“Da noi 12 persone a Bazzano fino al 13 marzo, alcuni sono già arrivati”, dice il sindaco della Valsamoggia Daniele Ruscigno. Undici profughi invece a Casalecchio.
Diverso il discorso di Castel San Pietro Terme, dove fino a metà marzo saranno alloggiati in un hotel 65 migranti. “Una soluzione d’imperio della prefettura – dice il sindaco Fausto Tinti – Noi siamo disponibili ma chiediamo che tutti i Comuni facciano la loro parte, perché c’è chi di profugo non ne prende nemmeno uno”. Tinti fa notare come Castel San Pietro ospiti già 18 migranti in un progetto Sprar gestito dal consorzio l’Arcolaio, più altri due profughi accolti in parrocchia. “Perché da noi ne inviano così tanti? Non lo so, lo chiederò al prefetto”.
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