“Ogni cosa che dirai verrà usata contro di te”: e non è il piedipiatti, ma il partner a dirlo I VIOLENZA PSICOLOGICA, REATO PENALE, i giudici ordinano l’arresto
lite coppia - pexels- radiocittàcapo
“Ogni cosa che dirai verrà usata contro di te”: e non è il piedipiatti, ma il partner a dirlo. Se succede, è ‘violenza psicologica’. E si configura come possibile reato penale. I giudici ordinano l’arresto, basta la ‘minima prova’.
“Ogni cosa che dirai verrà usata contro di te”. Una frase che abbiamo sentito mille volte nei film americani, pronunciata da un agente di polizia mentre arresta qualcuno.
È la classica formula dei Miranda Rights, che avverte il sospettato del diritto di rimanere in silenzio. Ma se nella sfera giudiziaria rappresenta una tutela, nella vita reale è diverso.
Soprattutto nelle relazioni sentimentali, in effetti, a ben vedere, può diventare un’arma affilata, capace di ferire più della giustizia stessa.
Nella legge, la frase serve a proteggere la persona da un uso improprio delle proprie parole. Nella coppia, invece, accade spesso il contrario.
Nella sfera intima è tutt’altro che una tua tutela: vuole fregarti
Le parole vengono registrate, ricordate, usate e reinterpretate in un contesto diverso, fino a diventare strumenti di potere o manipolazione. È come se, metaforicamente, molti partner vivessero sotto un interrogatorio permanente. Nel mondo delle relazioni tossiche, questa dinamica è molto frequente.
Una confidenza fatta in buona fede, un errore del passato, una frase detta in un momento di rabbia o debolezza può essere ripescata, decontestualizzata e usata per colpire. Si parla in questi casi di violenza psicologica, una forma subdola di controllo che mina l’autostima e la fiducia reciproca. Ogni parola diventa una prova, ogni discussione un processo.

Ma il ‘vero’ processo inizia dopo
Altro che coppia felice come il giorno del matrimonio. Ma non è solo una questione emotiva. Ci sono anche risvolti legali concreti. In Italia, la registrazione di conversazioni private senza il consenso di uno degli interlocutori può avere conseguenze serie. Se avviene in un contesto di coppia — ad esempio, tra coniugi o partner conviventi — e se la registrazione viene usata per fini di ricatto o diffamazione, si può configurare un reato penale. Le parole pronunciate in intimità, quindi, non sono mai del tutto “innocue”: se vengono divulgate o manipolate, possono trasformarsi in strumenti di accusa, anche davanti a un giudice.
Non a caso, nelle cause di separazione o affidamento, le dichiarazioni fatte in messaggi, email o chat vengono spesso usate come prove documentali. E così quella frase, nata per tutelare un diritto, si rovescia nel suo opposto: diventa l’emblema del sospetto, del controllo e della mancanza di fiducia.
