Non solo Ferrara. Buskers on tour all’Aquila

L’evento dedicato ai musicisti di strada, arrivato alla 27esima edizione, aprirà il 21 agosto in trasferta, all’Aquila. Dal 23 agosto a Ferrara

Non solo Ferrara. Buskers on tour all’Aquila

19 ago. – Torna anche quest’anno Ferrara Buskers Festival. L’evento dedicato ai musicisti di strada, arrivato alla 27esima edizione, aprirà il 21 agosto in trasferta, all’Aquila. In comune tra Ferrara e il capoluogo abruzzese c’è un evento tragico, il terremoto, che impedisce ancora agli aquilani di tornare nelle proprie case. “La città va restituita ai suoi abitanti ma anche al mondo intero” sottolinea Luigi Russo, direttore organizzativo del festival che sottolinea il valore di solidarietà dell’iniziativa. “Il suo centro storico da ricostruire per una notte sarà illuminato da note, spettacoli e nuove attenzioni” anticipano gli organizzatori.

Dopo L’Aquila il festival toccherà Comacchio, con ben 20 artisti che riempiranno il centro storico della cittadina. Poi finalmente a Ferrara, il 23 e 24 agosto e poi dal 26 al 31 agosto, con la parentesi del 25 agosto a Lugo. A fare da ospite d’onore quest’anno sarà la Mongolia, che partecipa con 4 gruppi sui 20 invitati, i quali daranno prova di sé intonando vibranti canti “overtone” e sfoggiando strumenti tradizionali come il Morin Khuur. Saranno oltre mille i musicisti e artisti presenti, che si esibiranno in centinaia di spettacoli tutti gratuiti nelle piazze e scorci più belli del centro storico.

Se in passato gli artisti di strada andavano dove c’era più gente, ora sono loro stessi ad attirare migliaia di persone, come una “rock star”. L’intervista

Durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento hanno fatto il loro ingresso le “Rainbow Girls“, gruppo di musiciste californiane che sono già passate dal Buskers Festival di Ferrara la scorsa edizione e che suonano folk, rock ‘n’ roll, con spruzzi di gypsy americana. Eccone un’anticipazione.

Tra gli artisti di strada presenti ci saranno gli “Ars Nova Napoli”, vincitori nel 2013 del contest “Vota il tuo busker preferito”. I “Cellostrada”, 5 musicisti di violoncello provenienti dalla Polonia che cniugano folk e colonne sonore. Gli “Oh Peta!” arrivano invece da Barcellona e suonano reggae e della world music, tra son cubano e rumba. Ballate medievali e canti sciamanici si mescolano con le armonie nordiche, irlandesi e celtiche della band campano-salentina degli “Emian Pagan Folk”. “Matakustix” è un musicista multitasking, che dall’Austria viaggia dappertutto con il suo Klavichello, uno strumento da lui costruito a forma di violoncello, con pedali e rami sonori.  Mischiano danze orientali, tribal fusion, passi zigani, con  coreografie moderne i “Balinka”, 4 musicisti e 2 ballerine provenienti da Lipsia. Ska, reggae, punk, ritmi latini ed influenze balcaniche sono invece i generi dei “Skarallaos” dalla Galizia. Magie orientali e la concezione della musica come guarigione individuale è alla base degli spettacoli del trio multiculturale di “Light in Babylon”: la cantante è israeliana di origine iraniana, il suonatore di santur è turco, il chitarrista francese. Bluegrass tra le note di “Kindnap Alice”, 6 musicisti inglesi. Invece, la ricerca dei generi musicali più antichi delle isole di Capo Verde con sfumature afro-latine dà vita all’arte musicale oltre confine dei “Guents Dy Rincon”. A tutto rock è la performance di “Itchy Teeth”, band italo-inglese proveniente da Londra, con lo stile dei gruppi rockettari anni ’60. Origini romene ed iraniane per il duo di chitarre “Adrian & Martin Rumba2”, che è facile incontrare nel barrio gotico di Barcellona. Da Sydney in Australia, giunge la voce  jazz, soul, blues e funk di “Alex Hahn & The Blue Riders”. Il trio “Harp-Agon Z.T” con arpa, cajon e chitarra compone vecchie melodie ungheresi e del mondo celtico, non rinunciando a toni jazz e contemporanei. “Neutral Ground Brass Band”, 6 musicisti dalle origini più disparate si esibiranno nello stile delle brass band di New Orleans. Dalla Mongolia arrivano i “Sedaa”: strumenti tradizionali come il Dulcimer fanno risuonare vecchie canzoni di antenati nomadi, il canto Hömii (con cui il cantante modula con la voce diversi toni, facendo risaltare le risonanze armoniche) fa da sfondo alle vibrazioni del Morin Khuur. Canti diplofonici, danze Tsam con maschere tradizionali, contorsionismi, note classiche ed etno-jazz guidano gli spettatori nelle radici delle genti mongole con i musicisti, cantanti e ballerini dei “Khukh Mongol”. La storia della Mongolia e le tecniche più antiche per produrre suoni sono parte del repertorio di “Hosoo”, maestro del canto Khoomei, proclamato “Best Mongolian Singer” a Ulan Bator, capitale mongola, che arriva a Ferrara dalle montagne Altai con la band Transmongolia. Fra spiritualità, natura e riti antichi, è facile lasciarsi incantare dal gruppo tutto al femminile di “Hulan”: 8 artiste che si esprimono in canti virtuosistici e tradizionali, su un tappeto sonoro di arpe-cetra, Morin Khuur e yochin (salterio), in un vortice di danze Tsam e contorsionismi.