Bologna, 4 mar. – Arriva la giornata in difesa di Xm24. In tutta la città collettivi e centri sociali hanno organizzato iniziative a difesa dello spazio pubblico autogestito di via Fioranti 24, sotto sfratto dopo la decisione del Comune di Bologna di non rinnovare la convenzione.
Via le bandiere “I love Xm24” dal Pratello. Esposte nel giorno del sostegno e della solidarietàal centro sociale sotto sfratto, “stamattina le bandiere hanno fatto la loro comparsa, ma poco dopo Polizia municipale e vigili del fuoco si sono presentati nella zona per staccarle”, racconta “Zero in condotta“, l’online dell’autogestione bolognese, che ha documentato l’operazione con foto e video. “C’è solo da sperare che in quegli stessi momenti, mentre un camion dei Vigili del fuoco veniva impiegato per staccare delle pericolosissime bandiere, nel resto della città non ci fosse davvero bisogno dell’intervento del 115”, è la chiosa di Zic.
Il collettivo Labas e il centro sociale Tpo “aprono simbolicamente” le porte di Villa La Celestina, in viale Aldini 84 a Bologna, immobile “sequestrato a Giovanni Costa, accusato di aver ripulito i proventi di attivita’ mafiose e condannato a 12 anni per riciclaggio di denaro”, e al momento inutilizzato. E lo fa “nella giornata in difesa di XM24”, il centro sociale sotto sfratto alla Bolognina, “e di tutte le realtà di autogestione sotto attacco”. Il blitz, con cui si intende segnalare che “il mancato riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie è un tema cruciale”, è stato segnalato con dei post sulle pagine Facebook delle due realtà. Quelli come Villa La Celestina, scrivono gli attivisti, sono “luoghi su cui aprire dibattiti, investire risorse e trasformare il tessuto sociale, come i tantissimi immobili vuoti lasciati spesso ad una burocrazia troppo lenta o ad una ‘mancanza di risorse’ che non di rado ha che fare con il disegno di desertificazione di chi amministra la citta’”. Insomma, si legge nei post, la villa sui colli “è l’esempio di un’altra città possibile, e che anzi già esiste, e promuove sostenibilitò, partecipazione e accoglienza”. Una città “rintracciabile nelle tantissime iniziative disseminate dentro e fuori le mura, che afferma il valore politico, sociale e culturale dell’autogestione”, scrive il collettivo, che conclude chiedendo retoricamente se Bologna “non abbia forse bisogno che la stessa energia e le stesse risorse con cui si progetta di chiudere gli spazi sociali vengano invece utilizzate per disegnare una citta’ sostenibile e alla portata di tutti”.
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