29 nov. – Si chiamano Francesco De Medici, Alessandro Mancuso e Emanuele Platì i tre giovani arrestati in flagranza dalla digos all’alba di mercoledì mentre compivano un attentato incendiario alla sede di CasaPound di via Malvolta.
I tre non non hanno legami con movimenti antagonisti o centri sociali e sono a Bologna da qualche settimana. Due di loro hanno preso in affitto una casa di pregio in via Cracovia, zona residenziale del quartiere Savena, per cui pagavano un affitto di 1600 euro mensili. Tutti e tre provengono da famiglie della Catanzaro bene: in particolare Platì è figlio di un noto commercialista mentre De Medici è figlio dell’ex assessore Pdl al welfare del comune calabrese Caterina Salerno. L’esponente pidiellino, avvocato, ha assunto la difesa del figlio e di Mancuso. Su quest’ultimo la digos di Catanzaro avrebbe accertato solo frequentazioni con la curva della squadra di calcio calabrese, curva egemonizzata da gruppi di estrema destra.
Se l’avv. Salerno preferisce non rilasciare dichiarazioni, l’avvocato Ennio Curcio che assiste Platì ci ha tenuto a dire che non c’è nessuna matrice eversiva nel gesto dei tre. “E’ stata una bravata di tre ragazzi che avevano bevuto un po’ ed erano su di giri” ha detto il legale che si è detto stupito dell’accusa di terrorismo. Il suo assistito ha alcuni precedenti legati a tafferugli avvenuti quando era minorenne e per questo è stato un anno in comunità.
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